05 dicembre 2007

Annus Mirabilis 1905

Il 2005 è stato l'anno dedicato alla Fisica, in quanto primo centenario del cosiddetto annus mirabilis 1905 in cui Albert Einstein pubblicò 4 fondamentali articoli sulla rivista Annalen der Physik.

Inquadriamo la situazione della Fisica all'epoca. Se si premette che alla Fisica prima della formulazione della Meccanica Quantistica, negli anni 20 del secolo scorso, ci si riferisce con la definizione di Fisica Classica, essa alla fine del XIX secolo comprendeva la meccanica newtoniana che tratta del moto dei corpi e dei sistemi di corpi materiali e del loro comportamento statico (equilibrio) e dinamico (risposta a sollecitazioni ed energia), l'elettromagnetismo o elettrodinamica, formalizzata da Maxwell e Lorentz, che tratta di fenomeni elettrici e magnetici come perturbazioni dell'ambiente (anche il vuoto), ossia una teoria basata su equazioni di campo, che inoltre descrive i fenomeni ottici e unifica nel concetto di luce tutto lo spettro elettromagnetico; infine la termodinamica e la calorimetria, che si occupano di come sia possibile trasformare calore in lavoro, di come l'energia si conservi se si considera il calore come una sua forma, dei gas perfetti come prototipo del mezzo in cui immagazzinare energia attraverso cicli di espansioni e compressioni. Di quest'ultima era stata appena formulata la variante statistica, secondo cui essendo la materia composta di unità indivisibili, il comportamento macroscopico (pressione, temperatura, volume, energia interna...) si ricavano come medie di grandezze (velocità, urti...) caratteristiche di queste entità microscopiche.

Restavano all'epoca una notevole quantità di quesiti irrisolti:
  1. Perché se la velocità della luce, che si evince dalle equazioni di Maxwell non dipende dal sistema di riferimento, ossia perché qualunque osservatore misura la stessa velocità di un'onda elettromagnetica? Esiste un osservatore privilegiato?
  2. Qual'è la struttura dell'atomo, se esiste?
  3. Perché i calori specifici molari di molecole poliatomiche variano con la temperatura, cioè perché i gas o i liquidi immagazzinano più o meno calore al variare della temperatura?
  4. Come si spiega l'effetto fotoelettrico, per cui l'assorbimento della luce da parte di un atomo è dipendente dalla lunghezza d'onda della radiazione, e non dalla sua intensità (quanto l'energia è concentrata)?
  5. Come si spiega l'emissione dal corpo nero, cioè l'emissione termica dovuta al trasferimento di energia da calore a luce, che si concentra su un colore dipendente dalla temperatura?
I punti 1, 2, 3, 4, 5 furono in parte o totalmente spiegati da Einstein nel suo annus mirabilis.

Chi era questo giovane di 26 anni, che lavorava all'ufficio brevetti svizzero? Figlio di un commerciante di Ulm, aveva trascorso alcuni anni in Italia (una targa a Milano lo ricorda), era apolide, avendo rinunciato alla cittadinanza tedesca, era diplomato al Politecnico Federale di Zurigo, ETH. Non aveva contatti con fisici celebri né accesso a pubblicazioni recenti. Aveva indubbiamente una grande comprensione della realtà fisica, ed aveva sviluppato una grande abilità nella meccanica statistica.

Alcuni sostengono che i contributi che vennero pubblicati quell'anno siano frutto del lavoro congiunto con la prima moglie, Mileva Maric, serba. Comunque tali articoli, che hanno di fatto rivoluzionato la Fisica, sarebbero bastati a dare fama imperitura a chiunque, ciononostante Einstein continuò nella sua ricerca, apportando contributi di alto valore, fino alla dibattuta Relatività generale.

Chiaramente non è questo post inteso ad illustrare il contenuto di tali lavori, essendo al di fuori della portata dell'autore ed esistendo spiegazioni dettagliate in rete, ma di comprendere l'apporto rivoluzionario e la materia su cui sono incentrati.

  1. "Über einen die Erzeugung und Verwandlung des Lichtes betreffenden heuristischen Gesichtspunkt", ossia "Un punto di vista Euristico riguardo la Generazione e la Trasformazione della Luce". Il punto di partenza è la natura della luce, onda o particella? Planck aveva dovuto introdurre l'ipotesi che l'emissione dal corpo nero avvenisse in modo quantizzato, cioè la luce poteva assumere valori di energia solo secondo certi valori. Einstein ipotizza che questo sia parte della natura della radiazione in sé.
  2. "Über die von der molekularkinetischen Theorie der Wärme geforderte Bewegung von in ruhenden Flüssigkeiten suspendierten Teilchen", ossia "Il moto di piccole particelle sospese in un liquido come richiesto dalla Teorie Cinetica Molecolare del Calore", riguarda un fenomeno noto a tutti, il continuo movimento di particelle sospese in un fluido, la cui scoperta è attribuita al botanico Robert Brown (moto browniano), per le sue osservazioni di pollini in acqua. Questo non è un moto perpetuo, ma il risultato dei continui urti dovuti al fatto che il fluido è composto da molecole che si muovono in modo disordinato e incontrano da diverse direzioni le particelle più grandi, che noi riusciamo a osservare. La connessione fra i due fatti costituisce la prova indiretta dell'esistenza degli atomi.
  3. "Zur Elektrodynamik bewegter Körper", ossia "L'elettrodinamica dei corpi in movimento", che sulla base dell'insuccesso dell'esperimento di Michelson e Morley, che non provava che la velocità della luce è dipendente dalla velocità dell'osservatore, postula la correttezza dell'elettrodinamica e della sua conseguenza, la costanza della velocità della luce (in sistemi inerziali, moti relativi uniformi): seppellendo l'ipotesi dell'etere ottiene i famosi paradossi (relatività della contemporaneità, contrazione dello spazio e dilatazione del tempo), che non sono tali, in quanto effetti verificabili. Tali conseguenze erano già ipotizzate da altri, ma la loro interpretazione era imputata alla struttura dei corpi e non al problema della misura di spazio e tempo in sistemi in moto relativo.
  4. "Ist die Trägheit eines Körpers von seinem Energieinhalt abhängig?", ossia "L'inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto energetico?", in cui si introduce la celeberrima relazione E=mc^2, cioè esiste un contributo energetico dovuto alla massa stessa, a riposo (rispetto ad un qualunque sistema inerziale). O ancora, massa ed energia sono forme alternative dello stesso fenomeno: questo costituisce la base della possibilità di convertire una nell'altra e le reazioni di fissione nucleare ne sono un esempio.
Attenzione: i volumi con i contributi einsteiniani sono introvabili, anche in collezioni di riviste che si spingano a quell'anno fatidico.

12 novembre 2007

Il maestro Feynman risponde a Battiato!


Poets say science takes away from the beauty of the stars—mere globs of gas atoms. Nothing is "mere." I too can see the stars on a desert night, and feel them. But do I see less or more ? The vastness of the heavens stretches my imagination— stuck on this carousel my little eye can catch one-million-year-old light. A vast pattern—of which I am a part—perhaps my stuff was belched from some forgotten star, as one is belching there. Or see them with the greater eye of Palomar, rushing all apart from some common starting point when they were perhaps all together. What is the pattern, or the meaning, or the why ? It does not do harm to the mystery to know a little about it. For far more marvelous is the truth than any artists of the past imagined! Why do the poets of the present not speak of it ? What men are poets who can speak of Jupiter if he were like a man, but if he is an immense spinning sphere of methane and ammonia must be silent?


"I poeti dicono che la scienza ci distrae dalla bellezza delle stelle, ridotte a semplici ammassi di atomi e di gas. Ma nulla è “semplice”. Anch’io posso osservare le stelle in una notte tranquilla e commuovermi di fronte ad esse. Ma io vedo in realtà di più o di meno? La sconfinatezza dei cieli sfida la mia immaginazione; intrappolato in questo carosello senza fine, il mio piccolo occhio può scorgere luce antica di un milione di anni. Un enorme meccanismo -di cui io sono parte- laggiù sta eruttando all’unisono e, forse, la stessa materia di cui io sono composto è stata eruttata da qualche stella ormai dimenticata.

Oppure posso vederle con l’occhio più esteso di Palomar, mentre fuggono veloci da qualche punto comune in cui esse si trovavano forse tutte insieme...
Qual è questo meccanismo, il significato, il perchè?
Non arrechiamo danno al mistero conoscendone qualche dettaglio.
Quanto è di gran lunga più meravigliosa la natura rispetto a quanto ha mai potuto immaginare un qualunque poeta del passato! Perchè i poeti di oggi non parlano di essa? Che uomini sono questi poeti che possono parlare di Giove come se fosse un uomo e che devono restare muti se invece è un’immensa sfera rotante di metano e di ammoniaca?"
R. P. Feynman, premio Nobel 1964 per scoperte fondamentali in elettrodinamica quantistica.

tratto da “The Feynman Lectures on Physics” vol. I ed. Addison Wesley (traduzione Davide Bucci).

Questo come risposta al fatto che conoscere la Natura non influisce sulla sua percezione estetica.
Cosa c'è di più bello di capire che pur nella complessità formale delle leggi fisiche, c'è la semplicità di una descrizione pressoché onnicomprensiva? Significa capire che si è conformati nell'Universo che ci circonda, cosa ci serve oltre?

29 ottobre 2007

E io pago...

La vigilia del mio ultimo compleanno (finora), ho consultato la megera del residence che mi ha informato sulle modalita di congedo dal mio appartamento. Tra esse compariva malaugratamente il pagamento della tassa d'abitazione. Quindi mi sarei dovuto recare all'ufficio delle imposte e comunicare il mio "nuovo" indirizzo per ricevere l'avviso di pagamento. Sarà che non si può chiedere ad un italiano di pagare le tasse, ma la sera nevica tantissimo: come ricorderete era stato tiepido il clima fino al weekend precedente (intorno al 20 Gennaio) e lo fu anche dopo. Visto la rigida temperie decido di cenare in un pub di montagna, aspirando l'odiato aroma di formaggi fusi, assaporando galettes au sarrasin, crepe e sidro. Purtroppo il riscaldamento era in panne e ho patito un freddo orrendo, visto che tanti avevano avuto la mia stessa idea e c'era posto solo accanto all'ingresso.

Superando una bufera selvaggia (per l'uomo di pianura che sono), arrivo a casa e mi arrostisco ai radiatori elettrici, che tolgono quasi l'aria.

Il giorno successivo mi incammino all'ufficio delle imposte, non nevica, è vicino. Arrivo e dico alla segretaria che debbo denunciare il cambio di residenza. Mi dicono di attendere. Esce da una porticina un'ometto gentile, che mi invita a entrare nel suo piccolo stanzino.
Mi chiedo perché i francesi abbiano spazi pubblici così ridotti, uffici, supermercati, ristoranti...
Cito Giobbe a questo proposito:
- Noe', tu farai questa nave e ci caricherai sopra due animali per ogni razza -

E Noe' disse:

- E vivranno con me? -

- Si' - rispose il Signore.

- E la puzza?? -

- Non preoccuparti, si abitueranno...! -"


Come al solito non ci si capisce nulla, mi registra ad un altro indirizzo (ci sono due resiedenze della stessa catena in zona). Nonostante tutto pazienta e chiudiamo la pratica (ancor'oggi non so cosa dovrò pagare).

09 ottobre 2007

Forza Seyed

Nell'ultimo periodo di permanenza in Francia, ho condiviso l'ufficio anche (c'erano 6 posti 6) con un collega iraniano, che studia la trasmissione di segnali a banda larghissima (UWB) su fibra ottica.

Parlava Inglese, con tutti i problemi conseguenti il non sapere il Francese in Francia. La sua advisor era ultraimpegnata.
Consideriamo che all'inizio di quest'anno era particolarmente aspro (giustamente) l'atteggiamento internazionale verso il suo Paese. Così era abbastanza spaesato.

Questo ha fatto che sì che un romeno che si occupava di antenne (e che gareggiava con me in quanto a Domeniche e orari d'uscita serali) abbia con Seyed e me condiviso chiacchiere varie.

A parte la soddisfazione di venire dall'unico Paese non disastrato, ho imparato alcune cose interessanti.

Parlando di Iran: "il nostro presidente è un comico", "Repubblica Islamica vuol dire che se dimostri di esser religioso è più facile lavorare, come se significasse esser migliori degli altri", "quando si vuol litigare anche un profeta di differenza è sufficiente".

Ho imparato che nella scuola iraniana non sono previste le lingue, che in Romania c'è una gioventù apatica e scoraggiata.

Infine all'ultima settimana, poiché stavo leggendo un libro sull'algebra dalle equazioni ai concetti astratti che spiegano le simmetrie della Fisica (Mario Livio, "L'equazione impossibile. Come un genio della matematica ha scoperto il linguaggio della simmetria", Rizzoli), abbiamo discusso di matematica araba-persiana, mi ha corretto le mie pronuncie dell'arabo (che ho subito dimenticato) ed è stato stupito-inorgoglito del discorso.

Sappiate che:
  • Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, matematico persiano, da cui algoritmo
  • al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-ǧabr wa al-muqābala, il suo libro, Compendio sul Calcolo mediante Completamento e Bilanciamento, ossia equazioni di secondo grado, notate algebra proviene da al-ǧabr
Gli ho augurato di vivere, in futuro, in un Paese più libero. Ho purtroppo visto le fustigazioni pubbliche, le impiccaggioni, Ahmadinejad che va a Columbia Unversity e dice: "l'Olocausto non esiste, noi non abbiamo omosessuali". Ho saputo del figlio del Che che è andato a trovarlo per cospirare contro l'imperialismo americano. Pazzi!

Vero è che negli USA massacravano i neri e sono venuti a combattere contro Hitler, usando anche soldati neri, e che c'erano circoli antisemiti dopo la guerra "che dicevano che i Nazi non erano poi così male" (Surely you're joking Mr. Feynman), ma c'è qualche differenza e i governi seri non sono i loro.

Ringraziamo la Francia che ospitò in sprezzo all'America, che appoggiava lo scià, Khomeyni, iniziatore dell'attuale regime iraniano.

25 settembre 2007

Etica e Premi Nobel

Piccolo discorso sull'inaugurazione del forum segnalato qui accanto. Il seguito sarà stato senz'altro meglio, ma non ho avuto il tempo e la volontà di seguirlo.

Scenario augusto: Teatro Comunale.

Ospiti illustri: Richard Ernst (Premio Nobel chimica 1991), Tullio Regge (uno dei maggiori esperti di relatività generale).

Dopo il saluto di un emissario dell'Università di Bayreuth, che contribuiva all'organizzazione, parte il talk di Ernst.

Attacca con un pistolotto sul capitalismo, fonte di ingiustizia, povertà, corruzione, passa al valore del multiculturalismo, per poi denunciare la prepotenza degli USA e la supponenza del Vaticano.

Propugna una società solidale, l'unione asiatica, cita (a scopo di sminuirlo) il famoso brano di A. Smith sulla mano invisibile, per cui l'egoismo dei singoli si tramuta, nella qualità del loro operato, in beneficio per la comunità.

Commento del Rettore: "...questo intervento assai provocatorio mi fa pensare come sia bello poter dire di non essere d'accordo..." e poi "...io studio Smith e dò molto peso al ruolo e al contributo della cooperazione fra individui...".

Commento mio: se avessero chiamato Jovanotti o Manu Chao, avremmo ascoltato le stesse banalità senza "...vi intent to impruf...", dell'emerito dell'ETH.

Non nego che il mercato aumenti il divario fra ricchi e poveri, ma è falso che la ricchezza si debba innanzitutto distribuire: prima occorre crearla e gratificare chi la crea secondo il suo merito.

Certo che gli stipendi di molti chief executive officer, sono vergognosi: sarebbe bello come diceva Herr Ernst obbligarli a devolverli in opere di bene.

Meno male che Regge, denunciando come sempre i pregiudizi antiscientifici sempre più diffusi mi ha consolato. Abbasso i cocomeri della politica, Verdi fuori e rossi dentro, che pensano a danneggiare il progresso per essere tutti più uniformemente poveri!

Da qui, per finire, voglio denunciare l'atteggiamento di chi cerca consenso al proprio operato scientifico cercando di illustrarne i benefici: la Scienza serve a produrre conoscenza e comprensione dei meccanismi della Natura.

Come scrive Hardy in Apologia di un Matematico, la conoscenza è un piacere intimo, non è più importante o nobile il fisiologo che inventa una cura per una malattia e non bisogna averne maggior considerazione se questi scopi umanitari sono fra i suoi obiettivi. Il suo valore è nell'arricchire la sapienza umana, nella felicità con cui segue i suoi lavori: i benefici sono impliciti alla produzione di conoscenza, prima che alle sue ricadute tecnologiche o applicative o terapeutiche. Il sapere arricchisce l'Umanità in quanto tale e la Scienza senza gioco e curiosità non esiste.

Inoltre ogni settore si appoggia su tecnologie avanzate: miope la politica che bada alla medicina, iper-tecnologica, e non ai fondamenti per nuove applicazioni terapeutiche!




08 settembre 2007

Lettera al direttore Mazzucca

Durante le mie meditazioni estive, ho letto un rapporto dell'Unione Europea, che analizza lo sviluppo economico delle Nanotecnologie. Per me questo è particolarmente importante, perché ho visto chi le tecnologie le sviluppa veramente, chi ha la maestria per farlo, quali sono i costi da sostenere.

Inoltre, i discorsi di D'Alema sulla necessità di un impegno dei giovani mi hanno fatto un po' arrabbiare, essendo lo spazio concesso dai "vecchi giovani", che ormai sessantenni non mollano i posti conquistati con le loro "rivoluzioni", molto ridotto. Inoltre penso che bisogna pensare ad un futuro differente, e questo non lo può fare chi pensa di essere il profeta della modernità da 40 anni.

Questo mi ha indotto a scrivere una lettera al direttore del Resto del Carlino, non per vanità, ma perché mi sembra che far capire come si possa sentire chi lavora senza prospettive per il futuro. Inoltre, difetto dell'accademia italiana, non bisogna mai mollare un'azione di lobbying per indurre la classe dirigente a comprendere che 10 anni nella ricerca non sono molti, anche se essi vorrebbero risposte in tempi brevi per valorizzare il proprio mandato. D'altronde come avere più ricchezza per tutti se non si valorizzano le risorse umane che la possono produrre?


Egregio Direttore,

ormai la lettura delle notizie quotidiane mi sprofonda ogni giorno di più in uno stato di prostrazione e frustrazione.
Sono uno studente di dottorato di Ferrara, uno dei volenterosi che pur possedendo un titolo di studio appetibile (Ingegnere delle Telecomunicazioni), ha preferito continuare lo studio e dedicarsi alla propria passione per la Scienza.
Vedo il mio amato Paese avviato alla decadenza. Vedo che i ladri, i nani e le "ballerine" della TV sono ormai esempi di vita che suggeriscono mediante quali mezzi meschini raggiungere la ricchezza; vedo un oscurantismo che schiaccia da ogni direzione il progresso possibile: i Verdi che bloccano le infrastrutture, sindacalisti che difendono fannulloni, il Papa che crocifigge la Biologia. Vedo la diffidenza verso le tecnologie avanzate e chi spera di essere curato da santoni e maghi. Vedo il disinteresse e una punta di disprezzo verso coloro che vorrebbero impegnare il proprio intelletto per risolvere i problemi quotidiani di tutti, ma cui non si dà fiducia e mezzi economici. La lettura di un rapporto del 2005 dell'UE sulle ricadute economiche delle Nanotecnologie (che speriamo non siano affossate da qualche folle come le biotecnologie), mi ha confermato il nanismo del nostro Paese, che pure ha intelletti in grado di competere a livello internazionale. L'Islanda si distingueva per 19 istituti ed enti che lavorano nelle nanotecnologie, così come l'Italia per i 32, rispetto alle centinaia della Germania. Vedo infine studenti svogliati ed ignoranti, che scelgono spesso facoltà-parcheggio per arrivare ad un "pezzo di carta" qualsiasi.

In risposta al sollecito ministro D'Alema su un ruolo per i giovani, io vorrei impegnarmi per il progresso attraverso la pratica e la diffusione della Scienza.

Mi chiedo però se a questo punto si possa sperare in un futuro migliore o rassegnarsi ad un declino, cui molti pensano ormai.

La ringrazio per la Sua paziente attenzione e La saluto cordialmente.

Al termine della vicenda, ecco la pagina di giornale, con estratto della precedente lettera, con risposta del direttore.

Mi si potrebbe obiettare l'ovvietà dei ragionamenti e l'essermi rivolto a chi mi poteva dar ragione, ma non bisogna rinunciare a insistere su quello che è il bene di tutti.

16 agosto 2007

La Lingua Langue

Ossia come confondersi nell'ignoranza.

Vi cito alcune perle:
  • A Grenoble si mangia una specialità di pasta fresca, i ravioles de Royanne, fatti con una pasta senz'uovo farcita di un impasto di erbe aromatiche, ritagliata in forma di micro-ravioli quadrat conditi nel caso più semplice con panna liquida. E bene, chiedendo a un indigeno come si preparassero, rischio e chiedo: "eau, fleur, et puis?" infatti siccome in ferrarese la farina è fior, in Inglese flour (si pronuncia come flower), ho dedotto che in Francese fosse lo stesso, ma mi sbagliavo. Infatti farine è il vocabolo appropriato.
  • In Italiano il participio passato di prendere è preso, non prenduto, ma in Francese ho spesso usato prenu al posto di pris: perché scegliere il modo semplice (e giusto) se si può pensare a uno peggiore?
  • E poi tante altre difficoltà perché per un madre-lingua una pronuncia sbagliata non è assimilabile a nessuna altra parola di senso compiuto.
Comunque è un gustoso vendicare certe storpiature orribili, come quando su una lavagna era correttamente scritto tagliatelle ed esce il gestore e aggiunge la s del plurale tagliatelles.

La morale: non chiedete dove comprare un phon in un paese anglofono, perché vi diranno dove trovare i telefoni, non gli asciugacapelli.

18 luglio 2007

Battutine

Cito alcune battutine:


Pensate che se non ci fosse stato Edison, guarderemmo la TV a lume di candela!

(Al Boliska)


I bambini in macchina possono fare pasticci; pasticci in macchina possono fare bambini.



La TV è uno strumento eccezionale per la diffusione della lettura: quando è accesa vado in camera a leggere un libro.

(Groucho Marx)

Lettere al polemico mortifero.

Vi riporto i miei interventi contro il mortifero che distribuisce manifesti a Ferrara, in una logica ambientalista-salutista, che io definisco scienza-spazzatura e logica nimby.

Prima Lettera

Caro Carlino,

leggo spesso gli interventi del sig. Barbieri sulle problematiche ambientali della nostra città.

Penso che si miri, in buona fede, a spaventare la popolazione: non mi meraviglierei se l'anno prossimo girasse incappucciato con i suoi seguaci scandendo la litania: "Ricordatevi che morirete tutti, polveri sottili siete e vi ritornerete!".

Il fatto che ci siano stati nel passato dei problemi ambientali, dei gravi incidenti, non toglie che non si possa ritornare ai bei tempi andati, quando in effetti si moriva di fame e di malattie spesso banali.

Io ho fiducia che la tecnologia migliori di continuo, quindi avere nuovi impianti dovrebbe rallegrarci, perché saranno meno inquinanti e più controllati dei precedenti.

L'energia è necessaria, e non bastano le fonti rinnovabili, la sola combinazione di sole-vento-biomasse, che sono solo modi diversi di sfruttare la radiazione solare. Sarei ben contento che aprissero centrali nucleari anche da noi, ma ci dobbiamo accontentare di sfruttare al meglio quello che è possibile utilizzare, gas e rifiuti compresi.

Il principio di precauzione, per il quale ciò che non è sicuro va evitato, è un dogma ecologista che dovrebbe far sorridere le persone di buon senso: vi faccio un esempio.

Se una persona vede un incidente di fronte a casa e per timore di essere coinvolto in fatti simili, non esce più, sarà dipendente da qualcuno che lo aiuti dall'esterno o morirà di fame.

Questo è quello cui vogliono portare l'Italia: essere un paese di serie B governato da isterici, che soccombe all'arretratezza che si è cercato?

Grazie dello spazio concessomi.

La risposta del mortifero è stata di tale gretta arroganza, che non la riporto: in sostanza mi accusava di superficialità e banalità contro le sue dimostrazioni di grande sensibilità umanitaria.
A quel punto mi usciva il fumo dal naso e ho risposto.

Seconda Lettera

Caro Carlino,

mi chiedo se chi si può permettere di acquistare una pagina di giornale per esprimere le proprie opinioni, abbia il diritto di poter umiliare chi non le condivide.
Ho riflettuto a lungo prima di scrivere la mia precedente lettera e non arretro sulle mie opinioni che sono realistiche e ragionevoli quanto quelle del sig. Barbieri.
Se un pizzico di ardore giovanile mi ha fatto eccedere in ironia o sarcasmo, me ne scuso, ma credo che alla sua venerabile età non abbia comunque il diritto di giudicare le mie opinioni come banali, sciocche e di basso profilo.

Chiaramente il Barbieri è in buona fede, cerca di diffondere le informazioni in suo possesso, ma non può negare di avere seguaci (i medici democratici, ad es.) e di riportare in modo apocalittico dei fatti, che andrebbero approfonditi piuttosto che branditi da una pura logica NIMBY (not in my backyard, non nel mio cortile).

Scoprendo le carte, io ritengo che il nostro Paese abbia bisogno di buone politiche di trasporto pubblico, di una buona gestione dei rifiuti per non ridursi ai livelli campani, di 50 centrali nucleari, affiancate da un 20% di rinnovabile, e di un po' di fiducia nel futuro.
Ricordo che la Francia ha raggiunto gli obiettivi di Kyoto proprio puntando sul nucleare e sul trasporto pubblico, urbano ed extraurbano (treni, tram, metropolitane sono mezzi fra i più ecologici).

Ricordo che il nostro Paese non ha i deserti dell'America, per cui le discariche di rifiuti sono assai fastidiose; inoltre fresco di un viaggio a Copenhagen, dove tutti vanno in bicicletta e in autobus, ma dove svetta anche un bell'impianto d'incenerimento in periferia, mi chiedo perché noi dobbiamo sempre diffidare di ciò che è moderno, che in generale ci facilita la vita (mi aspetto l'obiezione che nella capitale danese c'e' il mare e il vento di porto).

Io sono affranto nel pensare a chi deve sopportare delle sofferenze e delle malattie, ma nei bei tempi andati non erano tutte rose e fiori.
I nostri bisnonni persero cugini in guerra, figli di parto o di malattie infantili, hanno subito il tifo o la poliomielite: questo era la civiltà pre-industriale!
Il progresso, che i novelli oscurantisti demonizzano, ha fornito tecnologie, che grazie alla disponibilità di energia, hanno permesso di allungare la vita di tutti. Ha permesso l'emancipazione sociale, per la quale abbiamo giovani che possono studiare e acquisire le capacità di migliorare la nostra esistenza (medici, fisici, chimici, ingegneri).

Chiaramente l'identificare un rapporto causa-effetto per quanto concerne gli impianti industriali e le malattie neoplastiche, ha forte presa sulla popolazione. Cosa si propone come soluzione?

Alzi la mano chi è disposto a rinunciare agli elettrodomestici, alle comunicazioni di massa e personali, a prendere l'auto per raggiungere il super-mercato e acquistare merce proveniente da tutto il mondo. Chi vuole rinunciare al lavoro d'ufficio per andare a spalare escrementi di maiale?

Che idea di progresso ci offrite, se non lasciate spazio al nuovo che avanza?
Immagino che il Sig. Barbieri leggendo cose a lui indigeste e incomprensibili, non riconoscerà la concretezza dei miei argomenti.
Io ho quasi sempre letto i suoi interventi e, in virtù di interessi personali vasti e di conoscenze scientifiche che mi permettono di comprendere i problemi o discuterne con colleghi più esperti, penso di avere il diritto di esprimere il mio parere.

Credo che a volte si scateni l'isteria collettiva perché qualcuno fraintende o strumentalizza informazioni che, sebbene rigorose, necessiterebbero di un'approfondita discussione: per questo voglio fornire un contributo da scienziato progressista, che pur non occupandosi delle specifiche questioni, non accetta un futuro "francescano", per non aver dubitato delle ragioni degli "urlatori". Vorrei un futuro prospero e agiato: se si mina l'economia si minano le basi per la solidarietà, le cure e la qualità della vita: altro che "la salute viene prima dell'economia", la salute se ne va di certo senza ricchezza!
Ho coscienza delle istanze ecologiste e, nel mio realismo, sono forse più ecologico di Barbieri. Non penso di infischiarmene, ma non vorrei assistere alla decadenza e all'imbarbarimento.

Infine ribadisco che il principio di precauzione (P&P) è una sciocchezza immane: non si sarà mai sicuri al 100% di tutto e non si può restare bloccati solo per superstizione.

Nel mio stile voglio concludere con un esempio: il sommo logico boemo di lingua tedesca, Kurt Gödel, al termine della sua vita, era ossessionato dal terrore di essere avvelenato, quindi, quando morì la moglie, non si nutrì più fino a morire di denutrizione, a 30 Kg di peso (e qui si obietterà che anche i malati terminali arrivano purtroppo a quella massa, ma non per loro volontà o per suggestione).

Tanti Auguri e NON Abbiate Paura!

Grazie per lo spazio concessomi.

Purtroppo ho dovuto accorciarla e subire ulteriori tagli, ma è stata pubblicata la scorsa Domenica.

I soliti polemici obietteranno sul nucleare, ma io non vedo altre soluzioni. Sappiate che le fonti rinnovabili non coprono i nostri bisogni, per quantità e qualità (sono soggette a variazioni incontrollabili). Sappiate che se i tedeschi hanno installato mulini e pannelli fotovoltaici è perché li producono (industria dei semiconduttori e meccanica), quindi come dire di no ad una lobby industriale se ti fa fare anche bella figura: tali mezzi ultratecnologici non sono mai molto efficienti e sempre costosissimi.

Se pensate al Brasile con le sue piantagioni, capite che biomasse o altre fonti dipendenti dal sole sono possibili a chi ha spazio: l'Italia ne ha poco.

Visto ch'è d'attualità: la sicurezza messa in dubbio dall'incidente in Giappone. Innanzitutto occorre capire quale sia il danno effettivo. E poi se pensate a tutto l'olio riversato in mare dalle petroliere, mi chiedo quale sia il danno ecologico più grave. Anche lo iodio di Chernobyl decadeva rapidamente e il disastro è stato una combinazione di varie concause, rare e dolose.

14 giugno 2007

Ricevo visito, ascesa alla Bastiglia (Flash Back)

Ecco un piccolo flash-back dalla mia permanenza francese.

Il 26 Ottobre vennero in visita Michele e Gaetano.

La settimana era, come d'altronde in Italia, caratterizzata da un caldo tremendo, per la stagione (oltre 25°C al pomeriggio).

Quella stessa settimana, il martedì, feci la seconda iscrizione all'INPG.

Carico di lavoro notevole per preparare una presentazione da mostrare il venerdì mattina, come se gli ospiti fossero degli sconosciuti, mi affretto a riordinare i risultati, utileal limite perché il mio tutore francese non mi vedeva da qualche mese.

Decido precipitosamente di rientrare a casa la settimana di Ognissanti, ma non ho mai tempo di acquistare i biglietti, quindi mi riduco a dover ricevere gli ospiti in stazione.

Alla Gare de Grenoble, che chiude alle 20.30, abitualmente chiudevano gli sportelli per le prenotazioni alle 19.30, in virtù di un minor carico serale, lasciando l'accesso promiscuo fra partenze immediate e prenotazioni. In quella strana occasione, l'affollamento era eccessivo.

In pratica, ritardo su tutto, ricevo i miei ospiti in stazione, mentre sono in coda.

Una fila lunga, il guardiano nero nerboruto a cacciare nuovi clienti (in Francia i guardiani sono spesso neri e grossissimi), un caldo esagerato, ma conquisto il mio posto sul treno, spendendo la massima cifra possibile, vista l'imminenza del viaggio.

Porto gli ospiti al ristorante A la mer, tipico di una città di montagna...

Primo evento tragico: bicchiere di vino (per fortuna bianco, mangiando pesce...) sui pantaloni appena sfoggiati. Non fui io il colpevole.

Il mattino seguente, appuntamento di buon ora con tutori e co-tutore francesi, per illustrare la mia attività; giro dei faraonici laboratori accademici del Minatec (nelle segrete del centro energia atomica ci saranno laboratori di classe spaziale...). Scopro cose che non ho mai visto in 5 mesi di permanenza, tra cui il ventre dell'attivanda camera bianca, con decine di metri di tubi per riciclare i fluidi controllati. Infatti, per chi lo ignorasse, una camera bianca è un laboratorio in cui l'atmosfera è mantenuta in condizioni di purezza da pulviscoli di vario genere, secondo uno standard dato dal numero di micro-particelle al metro cubo (di una certa dimensione: 3 pomodori al metro cubo non si tolgono con l'aerazione :-D). Scopro una camera aneoica in allestimento, tante Salle de Manip.

Si va a mangiare alla Brasserie Le Carré, dove si riuniscono molti lavoratori per pranzo, grazie all'economicità dei menu. Posto affollatissimo, utilizzo barbaro dello spazio tipico francese: paghi poco, ma non respiri...

Al pomeriggio, escursione alla Bastiglia, il forte ottocentesco che fu costruito per difendersi dalla Savoia, non ancora francese (si noti che esistono dei savoiardi che affermano che il referendum del 1859, formalità per sancire lo scambio Savoia-Lombardia, sia stato una truffa: avrebbero detto un no secco...).

Si trova su uno sperone roccioso che delimita a Nord il centro abitato, su cui è addossato il quartiere italiano (S. Lorenzo) e su cui qualche neo-bucolico, qualunquista anti-modernista, ha negli ultimi tempi steso uno striscione No-Nano (contro le Nanotecnologie, evidentemente nano-cervelli).

La salita è composta da scalinate e sentieri, 1h 30min di cammino, per me devastanti.

Dopo l'impresa, sotto un sole estivo, si arriva alla quota della teleferica, la prima teleferica cittadina in Francia, oggi caratterizzata dalle cabine a palla.

Vale la pena di ammirare il panorama, l'unico punto della città da cui si potrebbe scorgere il Mont Blanc, che la nebbia copriva tristemente. Si può vedere il campus, i laboratori, il sincrotrone europeo (ESRF), i giochi di ombre delle montagne quando il sole si va a coricare.

Mentre i miei ospiti sono scesi a piedi, io ho approfittato della teleferica, per poi andare a far spesa, ammirando in quello strano strascico d'Estate, le gradevoli esibizioni di generosi giovanili decolleté.

Per concludere, dopo essere stato battuto sul tempo (io che ero sceso veloce sono arrivato tardi per cena...), ci siamo allegramente incamminati verso un rinomato ristorante del centro, La Panse, dove abbiamo gustato saporiti piatti e raffinati dessert.

Il giorno seguente preperai le valigie, e il report per il progetto EDITH (perhé gli impegni non vengono mai da soli), l'ho abbozzato in treno, fortunatamente tranquillo.

L'immagine a fianco mostra come in certe situazioni ho pensieri illuminati.

Si ringrazia il Michele per aver provveduto alle immagini qui allegate.

L'importanza della Matematica

Che serve a capire il vero senso delle cose.

Premessa: trovai questa citazione nel libro di Mario Livio (fisico americano), "La sezione Aurea".

E' una auto-citazione "di seconda mano", nel senso che in un suo articolo molto tecnico (molto pesante come calcoli), riporta il testo di Beckett per mostrare l'utilità della Matematica.

La traduco dall'Inglese: è quindi criticabile.


And in winter, under my greatcoat, I wrappped myself in swathes of newspaper, and did not shed them until earth awoke, for good, in April. The Times Literary Supplement was admirably adapted to this purpose, of a neverfailing toughness and impermeability. Even farts made no impression on it. I can't help it, gas escapes from my fundament on the least pretext, it's hard not to mention it now and then, however great my distaste. One day I counted them. Three hundred and fifteen farts in nineteen hours, or an average of over sixteen farts an hour. After all it's not excessive. Four farts every fifteen minutes. It's nothing. Not even one fart every four minutes. It's unbelievable. Damn it, I hardly fart at all, I should never have mentioned it. Extraordinary how mathematics help you know yourself."


E in inverno, sotto il mio pastrano, mi avvolgevo in strati di giornale e non li assotigliavo finché la terra non si risveglia, del tutto, in Aprile. Il Times Literary Supplement era particolarmente adatto allo scopo, per la sua intaccabile durezza e impermeabilità. Perfino le scoregge non lo scalfivano. Non posso farne a meno, il gas sfugge dalle mie interiora al minimo pretesto, è difficile non ammetterlo qui e ora, sebbene mi disgusti estremamente. Un giorno le ho contate. Trecento e quindici scoregge in 19 ore, in media più di 16 scoregge l'ora. Dopo tutto non è esagerato. Quattro scoreggge ogni quindici minuti. Non è nulla. Nemmeno una scoreggia ogni quattro minuti. E' incredibile. Dannazione, quasi non scoreggio, non ne avrei dovuto parlare. E' straordinario come la matematica aiuti a conoscer te stesso.
Dopo questo slancio coprofilo mi congedo.

04 giugno 2007

Lettera al Carlino

Riporto qui una lettera inviata al Carlino Ferrara, edizione locale de Il Resto del Carlino, publicata dallo stesso il giorno 1/06/2007.

Antefatto

Nella mia città hanno realzzato in sostituzione di alcuni impianti per la generazione di energia elettrica, al servizio del polo chimico a Nord dell'abitato una centrale elettrica a Turbogas, alimentata a metano, con cicli di rigenerazione. Progettata nel 2001, è quasi compiuta.
Inoltre coerentemente con la condotta degli ultimi anni è stato messo in progetto di ampliare uno degli inceneritori per rifiuti esistenti, in concomitanza alla chiusura di tutti gli altri.
Come sempre l'isteria di ambientalisti e comitati è esplosa ed è stato coinvolto Beppe Grillo, è stata organizzata una consultazione popolare spontanea, in cui ben 11000 si sono opposti ai due impanti, il che ha un significato ben marginale essendoci 130000 abitanti.

Si sa che fare la voce grossa serve sempre e il mondo, specialmente con l'avvento di Internet è pieno di caratteriali, isterici e attaccabriga.

Venne organizzato anche un "Caffè delle Scienze" sul tema energetico, invitando uno scienziato del gruppo Galileo 2001, che in modo un po' aggressivo ha affrontato il problema.

Una settimana fa, il Morini, dottorando che si occupa di compressori, pompe e annessi, è intervenuto sul quotidiano cercando di fornire una stima dell'impatto dei gas serra emessi dai nuovi impianti rispetto ai vecchi e all'utilizzo di discariche (che oltre a far schifo producono metano per fermentazione). Ha sottolineato anche il miglioramento in termini di efficienza e costi della nuova centrale.

Il giorno seguente un vecchio operaio del polo, Guidi, ha rafforzato le motivazioni economiche (in ogni senso, rischio di dismissione del polo senza energia a basso costo, fiducia che impianti moderni siano più efficienti di impianti ormai desueti...) connesse allo sviluppo della città.

Infine uno degli 11000 ha dimostrato la sua faziosità commentando il giorno seguente che questi interventi, equilirati, fossero, a causa del loro carattere comparativo, intrinsecamente contro le nuove strutture, ma la redazione avesse approfittato della loro stessa natura per ascriverle a opinioni a favore, evidentemente scandalose per il lettore.

Inoltre sottolineava la "gioventù compensata da studi nel settore" di Morini e il carattere da vecchia volpe di Guidi. Tirava infine in ballo l'entropia e il disturbo termico dovuto alla generazione di così abbondante energia elettrica.

Lettera

Caro Carlino,

ho letto attentamente le ultime 3 lettere pubblicate sull'opportunità dell'attivazione della centrale Turbogas e noto come non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire.

I primi due interventi, di M. Morini e D. Guidi, erano orientati a illustrare con correttezza e obiettività i pro e i contra dell'impianto. Il sig. Giardini, ha interpretato questa tensione scientifica, che è la chiave di una buona informazione, come incertezza dei due lettori, abilmente mascherata dalla redazione.
Se non vogliamo dedicarci alle chiacchiere da bar, occorre sempre riportare teorie e obiezioni, altrimenti ne uscirebbe sminuito l'intento comunicativo: un giovane scienziato come Morini non cadrebbe certo in questo tranello.
Chi è persuaso da timori superstiziosi, da ambientalisti irrazionali, da neo-bucolici a rifiutare la modernità, ricordi che nell'era preindustriale, dove il lavoro delle braccia e delle bestie era la prima forma di energia, si faticava molto, si moriva giovani, non si aveva tempo per studio, cultura, vacanze, benessere, e si era mediamente più poveri.

Purtroppo è vero che in natura non si può convertire una forma di energia in un'altra senza perderne una quota, in forma di calore o di composti di scarto (è questo il senso dell'entropia citata nell'ultimo contributo); è vero che il pendolo della storia ci ha portato ad eccedere in sprechi ingiustificati, ma la sopravvivenza di un polo industriale storico e prestigioso come il nostro si gioca anche sulla disponibilità di energia e sull'efficienza della sua produzione.

Malauguratamente l'isteria collettiva ci ha portato a rinunciare ad una forma di generazione di energia elettrica, il nucleare, per il quale la disponibilità di materie prime è buona e l'impatto hunc et nunc è basso. Inoltre fu anche uno sgarbo alla nostra Storia, essendo Fermi uno dei pionieri nella comprensione della fisica di quei fenomeni.

Tutto questo non convincerà nemmeno uno fra gli 11000, ma mi chiedo se il lettore abbia sostituito tutte le lampadine a incandescenza, abbia investigato la qualità degli isolamenti delle finestre, abbia pannelli solari di qualche tipo sul tetto (se abita in centro città sarebbe giustificato a non averne). Mi chiedo se eviti prodotti con confezioni monodose, a favore di confezioni, bottiglie, in cui sia minimo il volume di plastica rispetto al prodotto.

Io mi sforzo di valutare questi problemi, in linea con un principio precauzionale di riduzione delle emssioni di gas serra, sebbene non sia del tutto chiaro il loro ruolo e il loro impatto.

Infine, visto che ci preoccupiamo delle maggiori emissioni di CO2 dalla nostra piccola città, cosa dovrebbero dire i parmigiani e i reggiani, con tutto il metano emesso, per eruttazione e flautolenza, dai bovini dal cui latte nasce il famoso formaggio?

Grazie dello Spazio concessomi.



Comunque le pressioni degli urloni hanno avuto successo: è arrivata dal ministero, controllato dai Verdi dal cuore rosso, la richiesta di una nuova VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), per quanto concerne l'immissione nel ciclo della centrale degli off-gas, ossia i gas di scarto dei processi industriale di impianti vicini.

30 maggio 2007

Missione a Copenhagen (3)

In risposta a un commento ai precedenti interventi, colgo l'occasione di aggiungere alcune note folkloriche (usando una finezza da letterato che non usa parole novmali).

In effetti nella capitale danese si trovano molti busti; credo sia perché
  1. è quasi tutto bruciato nei secoli e i palazzi rifatti sono più solenni se circondati da presenze storiche
  2. essendo un piccolo popolo, sono molto orgogliosi dei loro avi e del fatto di essere la monarchia più antica al mondo (continua fin dal padre del famoso Bluetooth)
Vedete uno scorcio della successione (e non serie) di busti di fronte ad un palazzo dell'Università: l'ultimo in fondo è Niels Bohr, questo mi ha molto emozionato.

Ultime 2 note: non mi hanno domandato nessun documento o carta di credito in albergo, quindi sarei potuto essere un truffatore, e gli autisti di autobus sono matti.

Infatti, un mattino salgo in autobus, questo si mette a parlare in Danese al microfono e la gente sorride: stava forse prendendosi gioco degli stranieri a bordo?

Mi hanno poi riferito che un'altro mentre uno straniero scendeva, ha detto torna che voglio parlarti, ma le porte si chiudono automaticamente!!!
Infine portando in giro il poster con relativo tubo, mi sono sentito chiedere: è una bomba? Che spirito...

Al limite un fucile o un bazooka.

29 maggio 2007

Le monete e il Coraggio dell'Europa

Dato che sta passando in aria una fiction su Maria Montessori, mi è sovvenuto delle 1000 lire a lei dedicate.

Una considerazione, la Lira usci di corso con l'effigie di:
  • 1000, Maria Montessori, medico, educatrice...
  • 2000, Guglielmo Marconi, elettricista e Nobel
  • 5000, Vincenzo Bellini, compositore e musicista
  • 10000, Alessandro Volta, fisico
  • 50000, Gian Lorenzo Bernini, scultore, architetto...
  • 100000, Caravaggio, pittore
  • 500000, Raffaello, pittore
Cosa c'è di strano? La solita anomalia italiana, il disprezzo delle Scienze (e della Musica), i più grossi sono 3 pittori/scultori/architetti.

Mi ricordo il Gauss sui 10 marchi, sebbene anche là i Grimm trovavano il posto più alto, oppure i coniugi Curie (Pierre et Marie) sui 500 franchi: così mi piace!!! Tra l'altro i Curie hanno avuto 3 premi Nobel, fra genitori, figlia e cognato e la vecchia (Marie) ne vinse 2 (Fisica e Chimica)...

Ma il punto è che non sono mai stato contento dei disegni sulle banconote attuali, gli Euri: è mancato il coraggio di mettere qualcosa che fosse realmente rappresentativo.

La mia idea è mettere personaggi di ogni paese, magari a turno, che abbiano queste caratteristiche:
  1. Abbiano viaggiato e amato almeno 2 Paesi;
  2. Rappresentino una tipicità culturale;
  3. Rappresentino uno sforzo nell'unire e non nel dividere.
Per questo citerei: Mozart, Erasmo, Eistein, Leonardo, Picasso, Haendel, Schumann (il politico francese), Keplero, Copernico, Paracelso, Bohr...

Credo che la Musica e la Scienza siano le manifestazioni umane che più permettono di unire: ognuno vi può accedere e può accoglierne il meglio, sono linguaggi extraverbali (in qualche modo) e quindi sono il grimaldello contro le diffidenze...

Questo sarebbe stato coraggio: chi ci governa non ci merita.

18 maggio 2007

Recensione Libraria

Ho da poco finito la lettura di "Il Matematico Impertinente" di Piergiorgio Odifreddi.
Tra l'altro ho anche visto un intervista al personaggio, che oggi è il paladino dei mangia-preti e star mediatica.

In sotanza affrontando vari temi generali (politica, religione, letteratura, matematica, scienza...), espone il suo pensiero iperrazionalista. Interessante è la struttura, che partendo da un'intervista immaginaria (Hitler, Gesù, Aristotele, Dante...), dopo una serie di brevi articoli-saggi, ritorna sull'intervista ad un personaggio vivente.

La prosa è abbastanza densa, con frequenti richiami etimologici, storici e logici (segno della sua preparazione di matematico). Ritengo un po' noiosa l'insistenza contro la religione e le idee correnti, salutare le critiche a chi vive nella modernità, impiega tecnologie e poi si affida a superstizioni irrazionali o appoggia spinte antimoderniste.

In effetti può sembrare più semplice vedere misteri dove non ce ne sono, ma forse esistono soluzioni più razionali ai problemi più strani.

Forse è meglio cogliere i frutti migliori della vita e non confondere morale con prescrizioni di società arcaiche (alimentari o ad es. i 10 comandamenti). Se si rispetta il prossimo, non si danneggia nessuno, chi può giudicarci malvagi?

05 maggio 2007

Missione a Copenhagen (o København) (2)

Premetto che la Capitale danese fu pesantemente danneggiata da due incendi nel Settecento, quindi non si possono nutrire grandi aspettive, almeno non di autentica antichità.

Partiamo dalla piazza del municipio, in Rådhuspladsen, dove si è tenuta la Reception del 25.


L'interno, aperto solo in occasioni speciali, si presenta in stile neogotico-celebrativo


In questa sala, dov'era offerto il buffet (leggero per 200, sostanzioso essendo 70 circa), sono illustrati tutti i ducati danesi, comprese Islanda, Groenlandia e Faroer.


Seguono alcune immagini, catturate in un breve tour del centro, partendo dalla torre rotonda, ai cui piedi si ammira il busto dell'astronomo Tycho Brahe, promotore di un sistema astronomico (ticonico): ho il sospetto che tale torre fosse usata per osservazioni astronomiche.

Quindi il florilegio tanto amato al Nord e una veduta laterale della Rådhuspladsen


Infine, nel Sabato piovoso, la distesa di biciclette, che si incontra di fronte alla stazione, Hovedbanegården.


Infine ricordatevi che l'alfabeto va dalla A alla Å.

Missione a Copenhagen (o København)

Sono andato alle conferenze congiunte di ottica/fotonica ECIO/OWTNM 2007, che quest'anno erano ospitate dall'Università Tecnica di Danimarca (DTU), a Lyngby, nell'area metropolitana di Copenhagen, dal 25 al 28 Aprile.

Breve cronaca e conclusioni, poi foto...

In tipico tono giornalistico partirò dalle conclusioni.







Conclusioni
  1. Organizzazione deludente, infatti il campus di trova a 15 km dalla città e quindi si impiegano circa 40 minuti per giungere sul posto.
  2. Organizzazione deludente, pranzo costituito da un triste sacchetto con panino avvolto nella carta trasparente (si sa che in una conferenza di ottica è importante ci siano cose trasparenti), succo di frutta, tortina, frutto. Con scelta del panino e frutto casuale (pera, mela o banana, ma ho trovato 3 mele e una pera).
  3. Coffee break con pessimo caffè e solo qualche cioccolatino con cui consolarsi; rimpiango la pasticceria che riforniva 2 volte al giorno il centro Panorama a Trento.
  4. Tutto molto caro, un pasto a meno di 30 € è impossibile.
  5. La stanza d'albergo era piccola e buia, considerato il prezzo.
  6. La doccia scaricava a terra: piccola alluvione quotidiana.
  7. Tutti parlano inglese.
  8. Tutto è molto pulito e ordinato.
  9. Mi chiedo come mai ci siano quasi tutti i semafori con avvisi sonori per ciechi (e anche timer, visivi, per avvisare dell'attesa rimasta o se ci si debba dare una mossa), ma molti negozi nel centro o meglio nel quartiere dov'ero alloggiato, sono seminterrati, rendendo complicato l'accesso a chi ha difficoltà motorie.
  10. Mi chiedo come si possa dire che i popoli del Nord siano i più felici: come disse il mio collega bolognese, dopo questo panino si provano molte sensazioni, ma non felicità...
  11. Le biciclette pullulano, come a Ferrara e a Grenoble.

Cronaca

Giorno 1

Ho preso il bus alle 8.40, sperando di arrivare alle 9, in orario, ma spinto verso la coda non ho potuto consultare l'autista e quando ho chiesto ad una ragazza, mi ha indicato una fermata sbagliata; in tal modo ho dovuto attraversare con il suo pio aiuto il campus, passando di fronte alle residenze, al parco giochi per i bimbi e a vari laboratori. Alle 9.30 sono arrivato, comunque anche tanti altri erano in ritardo.

Alla sera eravamo ospiti del comune, discorso di un amministratore, che palesava la sua gioia nell'ospitarci, sebbene non capisse bene cosa fosse l'ottica integrata, tema della conferenza.

Banchetto di specialità danesi (molto apprezzate le polpettine, i panetti tondi e i dolci), innocuo arrosto di gusto mediterraneo, formaggi, birra (l'alcool crea l'atmosfera, secondo il motto del vicerettore del DTU).

Giorno 2

Mi sono addormentato e ho tardato di un'oretta.

Il pomeriggio ho profittato della lunga poster session per sfuggire e visitare il centro.

Cena veloce con un collega con contorno di incazzatura perché il proprietario non ha voluto farci due scontrini separati.

Dormita propiziatoria della poster session del giorno seguente, in cui avrei giocato le mie carte.

Giorno 3

Arrivo puntuale, in senso generalizzato, apertura del workshop (OWTNM). Poster session, che data la concorrenza di sessioni della conferenza ECIO, non era affollata. Comunque 6-7 visitatori li ho avuti, e sono soddisfatto. I miei risultati non sono stati certo al centro dell'attenzione, quanto più l'approccio scelto abbia incuriossito. Pensare quanto patema ho avuto a mungere numeri: pazienza. Per primo un dark danese, spaventoso, poi un ceco, una russa, due tedeschi, un canadese, un russo che lavora in Francia...

Sessioni pomeridiane e cena collettiva. Arrivo al ristorante Copenhagen Corner, di fianco ad uno delle porte del Tivoli. Visto che ero puntuale, ho temuto mi lasciassero solo in mezzo ai russi. Mi sono trovato con due danesi, due oxfordiani (simili a due hobbit, prof e studente), un olandese.

Porzioni minuscole, vino francese.

Giorno 4

Sabato: sveglia 6.30.

Corsa per timore di perdere il bus, le cui corse sono diradate nei giorni non lavorativi. Sessioni fino alle 3 del pomeriggio.

L'unico giorno con un po' di tempo libero, dopo giorni di sole, piove. Ritorno in albergo, aspetto. La mia ultima passeggiata comincia a metà pomeriggio, rinuncio alla Sirenetta e Amalienborg: i musei sono chiusi, eccetto alcuni più naive, come museo dei record e museo dell'erotismo.

Ho potuto visitare un po' il sud-est del centro, dove credo fosse il porto antico, simile al porto-canale di Cesenatico, dove sono situati alcuni palazzi del potere e musei. Avrei dovuto attendere le 8 per cenare con i colleghi, ma infreddolito dal vento, essendo troppo in anticipo (e questo è straordinario, altro che Padre Pio...), ho desistito e cenato da solo (foscoliano, eh?!).

La Domenica sono rientrato serenamente a casa, riposato, un po' annoiato dalle presentazioni di studenti orientali dalla dizione incomprensibile, da banalità varie; stupito dei fuochi di artificio di cui sono capaci certi augusti colleghi, vette cui non giungerò di certo. Ho trovato i miei idoli intellettuali, quelli di cui segui le pubblicazioni e copi le idee...

Ho infatti detto a P. Bienstman: spero potremmo discutere nuovi risultati, se qualcuno troverà di che finanziarmi.

11 aprile 2007

Cos'è la Luce?

Qualche mese fa ho incontrato un mio vecchio compagno di Università, di cui non riporto il nome, che mi ha chiesto cosa facessi; gli ho detto che lavoravo sull'elettromagnetismo (EM, d'ora in poi) e l'ottica. Mi chiede: "cosa c'entra l'ottica?"

Ho sinceramente provato un brivido, come vedere una statua imbrattata o sapere che qualcuno potrebbe non conoscere, in Italia, Dante.

Ottica è la branca della Fisica che studia la luce: fenomeno meraviglioso che i nostri occhi ci regalano.

Cos'è la luce?

Il primo scienziato moderno ad interessarsene fu Newton, che coerentemente con la concezione meccanicistica allora in voga, suppose che la luce fosse formata da corpuscoli: ci si riferisce a questa teoria come corpuscolare. In effetti ai nostri occhi la luce sembra procedere in linea retta, rimbalzare totalmente sulla maggior parte degli ostacoli che incontra.

Esistono alcuni problemi in questa concezione: come spiegare la parziale trasparenza di alcuni oggetti (come il vetro), come spiegare i diversi colori?

I diversi colori vennero spiegati con diversi tipi di corpuscoli e la parziale riflessione fu imputata a misteriosi ostacoli frapposti in alcuni punti sparsi nell'oggetto.

Alla visione newtoniana si contrappone la visione ondulatoria di Huyghens con cui è più semplice spiegare fenomeni di riflessione, rifrazione (quando un'onda passa da un mezzo di propagazione ad uno differente è deviata), diffrazione (un'onda, quando è costretta in spazi ridotti, tende ad ampliarsi, tanto più quanto più forte ne è il confinamento), tutti manifestati dalla luce, anche se non sempre semplici da osservare: un esempio di rifrazione è la matita spezzata, per la diffrazione, si pensi al fatto che un onda nel mare può aggirare una barca, perché incontrando l'ostacolo vi si espande attorno.

Con un salto temporale di 150 anni, occorre allacciarsi agli studi di J. C. Maxwell che unificò le teorie del magnetismo e dell'elettricità, dando vita all'Elettromagnetismo. Fu il secondo grande passo della Fisica, dopo quello di Newton di matematizzare la realtà e prima della Relatività di Einstein (specialmente quella Generale), che unifica spazio e tempo e propone una spiegazione alla gravitazione e ch'è l'ultima grande evoluzione compiuta da un uomo solitario.

Maxwell comprese che la luce era un'onda EM, osservando che la velocità di propagazione di un'onda, soluzione delle sue equazioni nel vuoto, e il valore allora noto per la velocità della luce erano estremamente simili. E le misure più accurate confermano questo argomento.

Allora la luce è un'onda EM.

Beh, sembrava così...

In effetti esistono fenomeni, che hanno portato alla caduta dellla fisica classica, che contrastano con la teoria ondulatoria: l'emissione dal corpo nero e l'effetto fotoelettrico.

Il primo è null'altro che l'effetto di incandescenza, per cui corpi molto caldi emettono luce (si pensa alle comuni lampade o al ferro fuso); il secondo è la conversione luce-corrente elettrica su cui si basa il funzionmmento delle fotocellule.

Per non dilungarmi qui in spiegazioni troppo tecniche, accenno solo al fatto che tali eventi si spiegano solo se la radiazione luminosa (e in generale la radiazione EM), è costituita di pacchetti elementari di energia, chiamati inizialmente quanti, oggi detti fotoni, la cui energia è funzione solo della frequenza, cioè la luce è un'insieme di particelle ciascuna con una propria energia. A tal proposito, uno dei tre temi su cui si cimentò A. Einstein nei suoi fondamentali articoli del 1905, fu proprio la teoria dei quanti di luce e la conseguente spiegazione dell'effetto fotoelettrico.

Si ritorna quindi alle origini, alla teoria corpuscolare, consci però che gli apetti ondulatori sono ben manifesti. Questo non deve sorprendere se si pensa che tutto il mondo quantistico, ai limiti dell'infinitamente piccolo, esprime a seconda delle situazioni comportamenti più simili a particelle (diciamo come flussi di proiettili) o simili a onde (come il mare o il suono).

Quindi la luce è un'insieme di particelle, ma esse, come ogni entità quantistica, si comportano in modo diverso da qualsiasi oggetto macroscopico: la spiegazione accurata è di pertinenza della Meccanica Quantistica (QM) e più precisamente della Teoria dei Campi Quantistica (QFT), che spiega in generale i fenomeni di interazione, nelle diverse forme in cui si presentano.

La radiazione EM, di cui la luce corrisponde alle energie percepita dai nostri sensi, è il medium di interazione fra corpi materiali dotati di carica elettrica, trasporta l'interazione fra corpi elettricamente carichi, eventualmente in movimento.

Grazie della vostra attenzione.

06 aprile 2007

Bel video

E' una pubblicità di un DVD allegato a Paris Match, realizzato dal CNRS, omologo (3 volte più grosso) del CNR italiano.

CNRS Images

04 aprile 2007

Benny Golson


Che cosa curiosa: ier sera ho visto il film The Terminal, in cui compare Benny Golson, grazie al volo pindarico formidabile su cui si basa la trama della pellicola. Infatti è il personaggio mancante nella collezione di autografi del padre del protagonista (e forse l'unico jazzman anni 50 fra i viventi che aveva bisogno di un po' di pubblicità da S. Spielberg).

Io l'ho visto di persona, a Ferrara!

Programma

E' un buon motivo per essermi interessato del film...

03 aprile 2007

Il bello dell'Europa

Corriere della Sera - Quei 50 buoni motivi per amare la "vecchia ragazza Europa"

Time - Treaty_of_rome

Per quei politici che si attaccano all'Europa per non parlare delle proprie negligenze.

29 marzo 2007

Miles, il Maestro...

Non da imitare, forse da invidiare per certi versi, come uomo; indubbiamente serio sul lavoro, tanto da essere considerato fra i più stronzi.

Avendo io letto la biografia ufficiale tratta da interviste con Quincy Troupe, un pezzo di giornalismo e di storia della musica e della cultura afroamericana, mi piace ricordare un episodio particolare.

Quando smise di lavorare, dal 1976 al 1980, dopo 37 anni di intensa attività, a riportarlo sulle scene fu l'interessamento di una delle poche persone che continuva a incontrare, il nipote Vince Wilburn, figlio della sorella Dorothy, che suonava la batteria.

Durante i primi anni del suo ritorno, Miles lo accolse nel suo gruppo, ma non ne fu soddisfatto.

La famiglia Davis si era stabilita a East St. Louis, Illinois, e lì erano cresiuti i tre figli del dentista Miles Henry Davis, padre del Maestro. La figlia viveva con la propria famiglia a Chicago.

Ora, dopo aver esortato il nipote ad impegnarsi maggiormente, decise di cacciarlo, proprio prima di un concerto a Chicago, cui avrebbero assistito tutti i suoi amici. Il cognato e la sorella si arrabbiarono moltissimo: Miles fu inamovibile. Non tollerava cazzate sul lavoro, sebbene ne abbia combinate parecchio...

I suoi colleghi potevano fare quello che volevano giù dal palco, ma il lavoro doveva essere svolto seriamente.

Questo vuol dire fare una squadra vincente: non badare al cuore, dare una possibilità a tutti i volenterosi, mettersi sempre in discussione e rinnovarsi ognora.

Chi è inetto si circonda di incapaci. Chi non è umile, chi non si rimette in discussione, meriterebbe di cadere nella polvere.

Come disse Bersani (il ministro dell'attuale Governo italiano): non è giusto che per avere un posto o un favore ci si debba appellare a conoscenze altolocate. Questo è un residuo del clientelismo più deteriore, è nepotismo, è mafia.

13 marzo 2007

Concreto o Astratto? Reale o Immaginario?


Durante il passato autunno, fin al Natale, ben sfruttando la terribile Odissea ferroviaria che mi ha condotto a casa, ho letto due testi di grande interesse per il pensiero scientifico e il significato della Scienza: l'Evoluzione della Fisica di A. Einstein e L. Infeld e Apologia di un Matematico di G. H. Hardy, disponibile, mancante di prefazione in formato elettronico.

In entrambi, si affermano due questioni apparentmente contradditorie - non cito i brani esatti per mancanza di tempo e pazienza.


Partiamo da Albert, che fu entusiasta di scrivere questo piccolo trattato senza formule, ma di grande chiarezza (sebbene non nasconda lo scetticismo per
la quanto-meccanica): la fisica moderna, che è assai complicata e richiede grandi sforzi di astrazione per quanto concerne il formalismo matematico, è sostanzialmente più semplice perché in grado di spiegare chiaramente un maggior numero di fenomeni e di includere in poche strutture eventi apparentemente incorrelati.
E poi il sommo matematico inglese: la matematica è reale, visione platonica, e il matematico che studia la propria realtà, arriva a verità eterne, con le proprie dimostrazioni (ammesso che esistano dimostrazioni per l'oggetto di studio, Goedel dimostrò l'incompletezza della matematica...),

317 is a prime, not because we think so, or because our minds are shaped in one way rather than another, but because it is, because mathematical reality is built that way.


Invece per quanto possiamo riflettere sulla realtà fisica, arriveremo sempre a spiegazioni più sofisticate, che astraggono sempre più dal particolare, ma non arrivano ad affermare perché una sedia sia una sedia, ma a dire di volta in volta che sarà un insieme di frenetici elettroni e nuclei atomici o dettagli ancora più profondi.

Chiaramente sono più del parere di Einstein, perché la complicazione della forma è data dalla limitatezza della nostra mente e dei nostri apparati di percezione, che ci costringe a usare strumenti sofisticati, che in definitiva semplificano il quadro concettuale della descrizione della Natura; come sapete la grande sfida di oggi è la grande unificazione.

Finora abbiamo teorie dei campi quantistiche per 3 interazioni fondamentali: elettromagnetica, forte e debole. Questo è il cosiddetto modello standard, che tratta di particelle elementari e loro interazioni. Ma la gravità?

La Relatività Generale, che tratta di Gravitazione, riconducendola ad un problema di natura geometrica, la forma dell'Universo, in quanto plasmata dalle masse ed energie che lo "popolano", è intrinsecamente incompatibile con il modello standard; si parla di strutture geometriche lisce contro l'indeterminazione su scale subatomiche, ossia squotimenti irrefrenabili...

Se volete comprendere il significato di uno spazio curvo, pensate alla superficie terrestre. Se volete andare da Los Angeles a Tokyo, il percorso più breve, segmento di un cerchio massimo (circonferenza il cui centro è centro della sfera), si dirige verso Nord, per poi tornare a Sud. Così, un corpo in uno spazio curvo (in 4 dimensioni), tende a percorrere le strade più brevi; la curvatura dipende dalla distribuzione di grandi masse nelle vicinanze. Così come ci meravigliamo dell'attrazione gravitazionale fra corpi, ci stupiremmo, vivendo in 2 dimensioni sulla superficie terrestre, se confrontassimo le misure di cammini diversi da quello, curvo, estratto da una circonferenza massima, trovandoli più lunghi.

In definitiva, però, nella fisica tutto cade, quindi scopriremo i limiti delle teorie di oggi. Siamo in un epoca in cui abbiamo molti dati sperimentali, ma non tutto sembra occupare il proprio posto. Speriamo i nostri colleghi fisici teorici sappiano toccare i giusti tasti dell'organo cosmico.

Però come è bello sapere che quello che si è ottenuto, sarà per sempre... Ma forse la realtà e correttezza delle dimostrazioni dipende dal gusto dei propri pari e dal rigore dell'epoca in cui si vive.

12 marzo 2007

Bertinotti

...un sognatore vuole spedirci nell'incubo...

Ier sera il solito Fazio, simpatico conduttore di talk show, ha ospitato l'On. Bertinotti, il Comunista ricoperto di cachemere.

Alcune affermazioni da sottolineare che ribadiscono l'assoluta pericolosità del personaggio:
  • il fatto che il progresso basato sulla scienza e la tecnologia siano esauriti;
  • auspicare la fine del capitalismo;
  • sbandierare i diritti da garantire ai cittadini.

Io penso che a diritto corrisponda necessariamente un dovere, escludendo vita, salute e non-discriminazione. Se delinquo non posso votare, se non mi voglio impegnare sul lungo termine con un altra persona, non devo poter essere tutelato come famiglia...

Quindi, la solita retorica che demonizza il denaro, proprio in un paese dove gli imprenditori non sono mediamente dei magnati con garage pieni di Ferrari. Penso sia molto più sporco il denaro nelle mani della politica, in cui una classe di parassiti senza arte, ma con parte, è letteralmente ancorata al potere.

Infine, contro la retorica della scienza schiava dei poteri forti, cosa può esistere senza la tecnologia, che ci ha allungato e facilitato la vita? Cosa meglio della Scienza ci può sottrarre alle tenebre e alla superstizione? E poi non furono forse i Sovietici a spingere senza ritegno per l'umanità i loro sforzi tecnico-scientifici (Chernobyl docet), mantenendo ancor oggi prestigiose scuole di discipline pure e applicate?

Basta idealisti, basta vecchi tromboni!