14 giugno 2007

Ricevo visito, ascesa alla Bastiglia (Flash Back)

Ecco un piccolo flash-back dalla mia permanenza francese.

Il 26 Ottobre vennero in visita Michele e Gaetano.

La settimana era, come d'altronde in Italia, caratterizzata da un caldo tremendo, per la stagione (oltre 25°C al pomeriggio).

Quella stessa settimana, il martedì, feci la seconda iscrizione all'INPG.

Carico di lavoro notevole per preparare una presentazione da mostrare il venerdì mattina, come se gli ospiti fossero degli sconosciuti, mi affretto a riordinare i risultati, utileal limite perché il mio tutore francese non mi vedeva da qualche mese.

Decido precipitosamente di rientrare a casa la settimana di Ognissanti, ma non ho mai tempo di acquistare i biglietti, quindi mi riduco a dover ricevere gli ospiti in stazione.

Alla Gare de Grenoble, che chiude alle 20.30, abitualmente chiudevano gli sportelli per le prenotazioni alle 19.30, in virtù di un minor carico serale, lasciando l'accesso promiscuo fra partenze immediate e prenotazioni. In quella strana occasione, l'affollamento era eccessivo.

In pratica, ritardo su tutto, ricevo i miei ospiti in stazione, mentre sono in coda.

Una fila lunga, il guardiano nero nerboruto a cacciare nuovi clienti (in Francia i guardiani sono spesso neri e grossissimi), un caldo esagerato, ma conquisto il mio posto sul treno, spendendo la massima cifra possibile, vista l'imminenza del viaggio.

Porto gli ospiti al ristorante A la mer, tipico di una città di montagna...

Primo evento tragico: bicchiere di vino (per fortuna bianco, mangiando pesce...) sui pantaloni appena sfoggiati. Non fui io il colpevole.

Il mattino seguente, appuntamento di buon ora con tutori e co-tutore francesi, per illustrare la mia attività; giro dei faraonici laboratori accademici del Minatec (nelle segrete del centro energia atomica ci saranno laboratori di classe spaziale...). Scopro cose che non ho mai visto in 5 mesi di permanenza, tra cui il ventre dell'attivanda camera bianca, con decine di metri di tubi per riciclare i fluidi controllati. Infatti, per chi lo ignorasse, una camera bianca è un laboratorio in cui l'atmosfera è mantenuta in condizioni di purezza da pulviscoli di vario genere, secondo uno standard dato dal numero di micro-particelle al metro cubo (di una certa dimensione: 3 pomodori al metro cubo non si tolgono con l'aerazione :-D). Scopro una camera aneoica in allestimento, tante Salle de Manip.

Si va a mangiare alla Brasserie Le Carré, dove si riuniscono molti lavoratori per pranzo, grazie all'economicità dei menu. Posto affollatissimo, utilizzo barbaro dello spazio tipico francese: paghi poco, ma non respiri...

Al pomeriggio, escursione alla Bastiglia, il forte ottocentesco che fu costruito per difendersi dalla Savoia, non ancora francese (si noti che esistono dei savoiardi che affermano che il referendum del 1859, formalità per sancire lo scambio Savoia-Lombardia, sia stato una truffa: avrebbero detto un no secco...).

Si trova su uno sperone roccioso che delimita a Nord il centro abitato, su cui è addossato il quartiere italiano (S. Lorenzo) e su cui qualche neo-bucolico, qualunquista anti-modernista, ha negli ultimi tempi steso uno striscione No-Nano (contro le Nanotecnologie, evidentemente nano-cervelli).

La salita è composta da scalinate e sentieri, 1h 30min di cammino, per me devastanti.

Dopo l'impresa, sotto un sole estivo, si arriva alla quota della teleferica, la prima teleferica cittadina in Francia, oggi caratterizzata dalle cabine a palla.

Vale la pena di ammirare il panorama, l'unico punto della città da cui si potrebbe scorgere il Mont Blanc, che la nebbia copriva tristemente. Si può vedere il campus, i laboratori, il sincrotrone europeo (ESRF), i giochi di ombre delle montagne quando il sole si va a coricare.

Mentre i miei ospiti sono scesi a piedi, io ho approfittato della teleferica, per poi andare a far spesa, ammirando in quello strano strascico d'Estate, le gradevoli esibizioni di generosi giovanili decolleté.

Per concludere, dopo essere stato battuto sul tempo (io che ero sceso veloce sono arrivato tardi per cena...), ci siamo allegramente incamminati verso un rinomato ristorante del centro, La Panse, dove abbiamo gustato saporiti piatti e raffinati dessert.

Il giorno seguente preperai le valigie, e il report per il progetto EDITH (perhé gli impegni non vengono mai da soli), l'ho abbozzato in treno, fortunatamente tranquillo.

L'immagine a fianco mostra come in certe situazioni ho pensieri illuminati.

Si ringrazia il Michele per aver provveduto alle immagini qui allegate.

L'importanza della Matematica

Che serve a capire il vero senso delle cose.

Premessa: trovai questa citazione nel libro di Mario Livio (fisico americano), "La sezione Aurea".

E' una auto-citazione "di seconda mano", nel senso che in un suo articolo molto tecnico (molto pesante come calcoli), riporta il testo di Beckett per mostrare l'utilità della Matematica.

La traduco dall'Inglese: è quindi criticabile.


And in winter, under my greatcoat, I wrappped myself in swathes of newspaper, and did not shed them until earth awoke, for good, in April. The Times Literary Supplement was admirably adapted to this purpose, of a neverfailing toughness and impermeability. Even farts made no impression on it. I can't help it, gas escapes from my fundament on the least pretext, it's hard not to mention it now and then, however great my distaste. One day I counted them. Three hundred and fifteen farts in nineteen hours, or an average of over sixteen farts an hour. After all it's not excessive. Four farts every fifteen minutes. It's nothing. Not even one fart every four minutes. It's unbelievable. Damn it, I hardly fart at all, I should never have mentioned it. Extraordinary how mathematics help you know yourself."


E in inverno, sotto il mio pastrano, mi avvolgevo in strati di giornale e non li assotigliavo finché la terra non si risveglia, del tutto, in Aprile. Il Times Literary Supplement era particolarmente adatto allo scopo, per la sua intaccabile durezza e impermeabilità. Perfino le scoregge non lo scalfivano. Non posso farne a meno, il gas sfugge dalle mie interiora al minimo pretesto, è difficile non ammetterlo qui e ora, sebbene mi disgusti estremamente. Un giorno le ho contate. Trecento e quindici scoregge in 19 ore, in media più di 16 scoregge l'ora. Dopo tutto non è esagerato. Quattro scoreggge ogni quindici minuti. Non è nulla. Nemmeno una scoreggia ogni quattro minuti. E' incredibile. Dannazione, quasi non scoreggio, non ne avrei dovuto parlare. E' straordinario come la matematica aiuti a conoscer te stesso.
Dopo questo slancio coprofilo mi congedo.

04 giugno 2007

Lettera al Carlino

Riporto qui una lettera inviata al Carlino Ferrara, edizione locale de Il Resto del Carlino, publicata dallo stesso il giorno 1/06/2007.

Antefatto

Nella mia città hanno realzzato in sostituzione di alcuni impianti per la generazione di energia elettrica, al servizio del polo chimico a Nord dell'abitato una centrale elettrica a Turbogas, alimentata a metano, con cicli di rigenerazione. Progettata nel 2001, è quasi compiuta.
Inoltre coerentemente con la condotta degli ultimi anni è stato messo in progetto di ampliare uno degli inceneritori per rifiuti esistenti, in concomitanza alla chiusura di tutti gli altri.
Come sempre l'isteria di ambientalisti e comitati è esplosa ed è stato coinvolto Beppe Grillo, è stata organizzata una consultazione popolare spontanea, in cui ben 11000 si sono opposti ai due impanti, il che ha un significato ben marginale essendoci 130000 abitanti.

Si sa che fare la voce grossa serve sempre e il mondo, specialmente con l'avvento di Internet è pieno di caratteriali, isterici e attaccabriga.

Venne organizzato anche un "Caffè delle Scienze" sul tema energetico, invitando uno scienziato del gruppo Galileo 2001, che in modo un po' aggressivo ha affrontato il problema.

Una settimana fa, il Morini, dottorando che si occupa di compressori, pompe e annessi, è intervenuto sul quotidiano cercando di fornire una stima dell'impatto dei gas serra emessi dai nuovi impianti rispetto ai vecchi e all'utilizzo di discariche (che oltre a far schifo producono metano per fermentazione). Ha sottolineato anche il miglioramento in termini di efficienza e costi della nuova centrale.

Il giorno seguente un vecchio operaio del polo, Guidi, ha rafforzato le motivazioni economiche (in ogni senso, rischio di dismissione del polo senza energia a basso costo, fiducia che impianti moderni siano più efficienti di impianti ormai desueti...) connesse allo sviluppo della città.

Infine uno degli 11000 ha dimostrato la sua faziosità commentando il giorno seguente che questi interventi, equilirati, fossero, a causa del loro carattere comparativo, intrinsecamente contro le nuove strutture, ma la redazione avesse approfittato della loro stessa natura per ascriverle a opinioni a favore, evidentemente scandalose per il lettore.

Inoltre sottolineava la "gioventù compensata da studi nel settore" di Morini e il carattere da vecchia volpe di Guidi. Tirava infine in ballo l'entropia e il disturbo termico dovuto alla generazione di così abbondante energia elettrica.

Lettera

Caro Carlino,

ho letto attentamente le ultime 3 lettere pubblicate sull'opportunità dell'attivazione della centrale Turbogas e noto come non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire.

I primi due interventi, di M. Morini e D. Guidi, erano orientati a illustrare con correttezza e obiettività i pro e i contra dell'impianto. Il sig. Giardini, ha interpretato questa tensione scientifica, che è la chiave di una buona informazione, come incertezza dei due lettori, abilmente mascherata dalla redazione.
Se non vogliamo dedicarci alle chiacchiere da bar, occorre sempre riportare teorie e obiezioni, altrimenti ne uscirebbe sminuito l'intento comunicativo: un giovane scienziato come Morini non cadrebbe certo in questo tranello.
Chi è persuaso da timori superstiziosi, da ambientalisti irrazionali, da neo-bucolici a rifiutare la modernità, ricordi che nell'era preindustriale, dove il lavoro delle braccia e delle bestie era la prima forma di energia, si faticava molto, si moriva giovani, non si aveva tempo per studio, cultura, vacanze, benessere, e si era mediamente più poveri.

Purtroppo è vero che in natura non si può convertire una forma di energia in un'altra senza perderne una quota, in forma di calore o di composti di scarto (è questo il senso dell'entropia citata nell'ultimo contributo); è vero che il pendolo della storia ci ha portato ad eccedere in sprechi ingiustificati, ma la sopravvivenza di un polo industriale storico e prestigioso come il nostro si gioca anche sulla disponibilità di energia e sull'efficienza della sua produzione.

Malauguratamente l'isteria collettiva ci ha portato a rinunciare ad una forma di generazione di energia elettrica, il nucleare, per il quale la disponibilità di materie prime è buona e l'impatto hunc et nunc è basso. Inoltre fu anche uno sgarbo alla nostra Storia, essendo Fermi uno dei pionieri nella comprensione della fisica di quei fenomeni.

Tutto questo non convincerà nemmeno uno fra gli 11000, ma mi chiedo se il lettore abbia sostituito tutte le lampadine a incandescenza, abbia investigato la qualità degli isolamenti delle finestre, abbia pannelli solari di qualche tipo sul tetto (se abita in centro città sarebbe giustificato a non averne). Mi chiedo se eviti prodotti con confezioni monodose, a favore di confezioni, bottiglie, in cui sia minimo il volume di plastica rispetto al prodotto.

Io mi sforzo di valutare questi problemi, in linea con un principio precauzionale di riduzione delle emssioni di gas serra, sebbene non sia del tutto chiaro il loro ruolo e il loro impatto.

Infine, visto che ci preoccupiamo delle maggiori emissioni di CO2 dalla nostra piccola città, cosa dovrebbero dire i parmigiani e i reggiani, con tutto il metano emesso, per eruttazione e flautolenza, dai bovini dal cui latte nasce il famoso formaggio?

Grazie dello Spazio concessomi.



Comunque le pressioni degli urloni hanno avuto successo: è arrivata dal ministero, controllato dai Verdi dal cuore rosso, la richiesta di una nuova VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), per quanto concerne l'immissione nel ciclo della centrale degli off-gas, ossia i gas di scarto dei processi industriale di impianti vicini.