19 marzo 2008

Discussione Tesi

Il 14 Marzo ho discusso la mia tesi di dottorato. In francese si dice soutenance de thèse, in inglese academic defence.


Non ho molti contributi fotografici o multimediali, dato che ero troppo di fretta per pensarci e mi sembrava una cosa da gita scolastica.

Il 12 ho ricevuto la notizia che il revisore (rapporteur o reviewer o referee) di Lione non poteva esser presente. Nemmeno il supplente stabilito dall'università di Ferrara (stesso istituto di Lione).

Mentre per l'istituto francese ciò non pone problemi, perché con il rapporto egli conclude il suo compito, per gli italiani era un grande problema. Come solito quello che non ha dato problemi agli italiani, ha dato problemi ai francesi e viceversa.

Ho trascorso gli ultimi giorni a sistemare la presentazione, che era giunta a più di 50 diapositive.
Come per il risotto, l'ho fatta bollire fino a ridurla a 49: molte, ma non troppe, soprattutto con meno testo di contorno.

Alle 2:30 del pomeriggio del 13 sono stato contattato dai miei referenti francesi, per concordare un appuntamento per il mattino successivo: sono infatti arrivati con l'INPG-mobile (auto di servizio dell'università). Mi ero premurato di indicar loro un albergo comodo da raggiungere e aperto a tarda ora (cioè un albergo serio...)

Il rehearsal del mio discorso è terminato alle 20:07 del giovedì.

Dopo cena una breve rilettura, con scoperta di errori (tutti gli errori appaiono imperdonabili).

Mattino del 14: abbigliamento pinguino (nodo di cravatta risulta impresa ardua), partenza.

Correzione finale in ufficio, che provoca il ritardo del primo a esporre (io).

Saluto i commissari e si comincia: un po' di emozione perturba la voce, causa la mia scarsa padronanza con il registro di petto.

Per esser professionale avevo con me un puntatore laser, che dopo alcuni minuti ha smesso di funzionare.

Riporto alcune foto (copyright M. Lauritano, che per l'emozione era tremebondo, da cui il fastidioso mosso).



















Alla fine dell'esposizione, ognuno dei commissari ha riferito i propri commenti e ha posto alcune domande: l'assente lionese aveva inviato una lista al mio tutore francese. Molta soddisfazione è venuta dalle varie osservazioni, sebbene abbiano anche sottolineato i punti deboli e le incongruenze del mio lavoro.

Dopo il consulto a porte chiuse, ho assistito alla discussione di Michele, che è stato elogiato per le sue doti pedagogiche e la completezza del lavoro (uno dei tre ospiti grenoblois era stato coinvolto nella revisione).

Non ho seguito le discussioni dei colleghi di TLC e me ne rammarico, ma avevo gente.
Di più. Li ho danneggiati: hanno concluso la giornata alle 18.

Nell'attesa del pranzo s'è fatto un piccolo tour del polo scientifico-tecnologico, in verità incomparabile con il poligono scientifico di Grenoble.

Pranzo alla S'vinadora di via Ariosto. La scelta è stata da me fortemente auspicata: parcheggio (meglio spiazzo sterrato costellato di buchi o collezione di buchi con un po' di parti lisce) interno e cucina tipica.
Molto gentili ad accoglierci alle 14 passate. Mi ha un poco scocciato l'ambiente troppo giovanilistico (i camerieri che fanno ciao) e spartano (tovaglietta di carta). Porzioni ridotte, ma buona cucina: ho iniziato i nostri ospiti a cappellacci e salama da sugo.

Pomeriggio: piccolo tour con i transalpini, con me nei panni del cicerone dal francese stentato (e non stentoreo, che avrebbe disturbato la città del silenzio).

Sono arrivato a casa inorgoglionito...