19 settembre 2008

I guai e i complotti della Scienza in Italia

Dopo avere a lungo trascurato questo blog, una lettura della rubrica il Pensiero Forte di Bellone, mi ha ricordato alcune vicende, apprese sul libro del medesimo, La Scienza Negata, abbastanza raffinato.

Era un tempo in cui lo sviluppo economico era ancora agli albori e la gente voleva riprendersi dalla disastrosa guerra appena trascorsa, riorganizzando seriamente le istituzioni.

I risultati si stavano manifestando: Montecatini aveva finanziato le ricerche sui polimeri di Giulio Natta, ultima grande invenzione italiana, l'economia si sviluppava in modo formidabile.

Con la fine degli anni 50, finiva l'epoca dei governi monocolore DC e si apriva la strada ai governi di centrosinistra (formalmente dal 1963), con i partiti che governarono fino al 1992. L'economia italiana era nei suoi momenti migliori.

Nel 1962 muore Enrico Mattei, incidente aereo, mistero ancora irrisolto. Mattei stava concordando dei contratti di fornitura particolarmente innovativi, che cercavano una più equa ridistribuzione dei proventi con i paesi produttori, al contrario della vecchia logica colonialista di accaparrarsi più ricchezze con la minima spesa.

Ma un altro caso torbido vorrei qui ricordare: l'affaire Felice Ippolito, ingegnere e presidente del Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare dal 1952 al 1964.

Uno dei volenterosi che cercavano di sviluppare tecnologie in Italia per l'Italia. Saragat lo avvertì che non c'erano soldi per nuovi progetti, quindi venne travolto dalle accuse di gestire l'ente in modo truffaldino e condannato a 11 anni di carcere.

Lo stesso Saragat lo graziò nel 1968. Felice Ippolito fondò in quell'anno la rivista Le Scienze.

E' quasi unanimemente riconosciuto che Ippolito propugnava l'autosufficienza energetica dell'Italia attraverso la meravigliosa fonte nucleare. L'unico peccato fu l'essere troppo indipendente (sebbene in effetti fu legato ai radicali e al PCI).

Voglio essere complottista: non è forse che per non indispettire gli alleati americani, si rinunciò a produrre tecnologie innovative piuttosto di acquistarle da altri, magari in cambio della tolleranza ai socialisti nel governo?

Visto che io aborro il complottismo, penso sia stata la golosità di potere dei nostri politici, che si erano accorti come in un momento di accresciuta ricchezza fosse semplice e vantaggioso rubare e controllare le principali istituzioni, indipendentemente dalle competenze dei cooptati.

Visto che la cultura italiana, ispirata a Croce e Gentile, ha sempre considerato la Scienza una pratica minore e chi vi si dedica una mente minuta, penso sia l'inizio del manifestarsi sprezzante di un disinteresse verso la Scienza e la Tecnologia, con il risultato che siamo ormai il peggiore paese in Europa. Inoltre ci s'è messo il 68 con il primato della politica e l'abolizione della serietà a minare le uniche fondamenta del progresso, che infatti non riusciamo a raggiungere.