08 settembre 2007

Lettera al direttore Mazzucca

Durante le mie meditazioni estive, ho letto un rapporto dell'Unione Europea, che analizza lo sviluppo economico delle Nanotecnologie. Per me questo è particolarmente importante, perché ho visto chi le tecnologie le sviluppa veramente, chi ha la maestria per farlo, quali sono i costi da sostenere.

Inoltre, i discorsi di D'Alema sulla necessità di un impegno dei giovani mi hanno fatto un po' arrabbiare, essendo lo spazio concesso dai "vecchi giovani", che ormai sessantenni non mollano i posti conquistati con le loro "rivoluzioni", molto ridotto. Inoltre penso che bisogna pensare ad un futuro differente, e questo non lo può fare chi pensa di essere il profeta della modernità da 40 anni.

Questo mi ha indotto a scrivere una lettera al direttore del Resto del Carlino, non per vanità, ma perché mi sembra che far capire come si possa sentire chi lavora senza prospettive per il futuro. Inoltre, difetto dell'accademia italiana, non bisogna mai mollare un'azione di lobbying per indurre la classe dirigente a comprendere che 10 anni nella ricerca non sono molti, anche se essi vorrebbero risposte in tempi brevi per valorizzare il proprio mandato. D'altronde come avere più ricchezza per tutti se non si valorizzano le risorse umane che la possono produrre?


Egregio Direttore,

ormai la lettura delle notizie quotidiane mi sprofonda ogni giorno di più in uno stato di prostrazione e frustrazione.
Sono uno studente di dottorato di Ferrara, uno dei volenterosi che pur possedendo un titolo di studio appetibile (Ingegnere delle Telecomunicazioni), ha preferito continuare lo studio e dedicarsi alla propria passione per la Scienza.
Vedo il mio amato Paese avviato alla decadenza. Vedo che i ladri, i nani e le "ballerine" della TV sono ormai esempi di vita che suggeriscono mediante quali mezzi meschini raggiungere la ricchezza; vedo un oscurantismo che schiaccia da ogni direzione il progresso possibile: i Verdi che bloccano le infrastrutture, sindacalisti che difendono fannulloni, il Papa che crocifigge la Biologia. Vedo la diffidenza verso le tecnologie avanzate e chi spera di essere curato da santoni e maghi. Vedo il disinteresse e una punta di disprezzo verso coloro che vorrebbero impegnare il proprio intelletto per risolvere i problemi quotidiani di tutti, ma cui non si dà fiducia e mezzi economici. La lettura di un rapporto del 2005 dell'UE sulle ricadute economiche delle Nanotecnologie (che speriamo non siano affossate da qualche folle come le biotecnologie), mi ha confermato il nanismo del nostro Paese, che pure ha intelletti in grado di competere a livello internazionale. L'Islanda si distingueva per 19 istituti ed enti che lavorano nelle nanotecnologie, così come l'Italia per i 32, rispetto alle centinaia della Germania. Vedo infine studenti svogliati ed ignoranti, che scelgono spesso facoltà-parcheggio per arrivare ad un "pezzo di carta" qualsiasi.

In risposta al sollecito ministro D'Alema su un ruolo per i giovani, io vorrei impegnarmi per il progresso attraverso la pratica e la diffusione della Scienza.

Mi chiedo però se a questo punto si possa sperare in un futuro migliore o rassegnarsi ad un declino, cui molti pensano ormai.

La ringrazio per la Sua paziente attenzione e La saluto cordialmente.

Al termine della vicenda, ecco la pagina di giornale, con estratto della precedente lettera, con risposta del direttore.

Mi si potrebbe obiettare l'ovvietà dei ragionamenti e l'essermi rivolto a chi mi poteva dar ragione, ma non bisogna rinunciare a insistere su quello che è il bene di tutti.

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