18 luglio 2007

Lettere al polemico mortifero.

Vi riporto i miei interventi contro il mortifero che distribuisce manifesti a Ferrara, in una logica ambientalista-salutista, che io definisco scienza-spazzatura e logica nimby.

Prima Lettera

Caro Carlino,

leggo spesso gli interventi del sig. Barbieri sulle problematiche ambientali della nostra città.

Penso che si miri, in buona fede, a spaventare la popolazione: non mi meraviglierei se l'anno prossimo girasse incappucciato con i suoi seguaci scandendo la litania: "Ricordatevi che morirete tutti, polveri sottili siete e vi ritornerete!".

Il fatto che ci siano stati nel passato dei problemi ambientali, dei gravi incidenti, non toglie che non si possa ritornare ai bei tempi andati, quando in effetti si moriva di fame e di malattie spesso banali.

Io ho fiducia che la tecnologia migliori di continuo, quindi avere nuovi impianti dovrebbe rallegrarci, perché saranno meno inquinanti e più controllati dei precedenti.

L'energia è necessaria, e non bastano le fonti rinnovabili, la sola combinazione di sole-vento-biomasse, che sono solo modi diversi di sfruttare la radiazione solare. Sarei ben contento che aprissero centrali nucleari anche da noi, ma ci dobbiamo accontentare di sfruttare al meglio quello che è possibile utilizzare, gas e rifiuti compresi.

Il principio di precauzione, per il quale ciò che non è sicuro va evitato, è un dogma ecologista che dovrebbe far sorridere le persone di buon senso: vi faccio un esempio.

Se una persona vede un incidente di fronte a casa e per timore di essere coinvolto in fatti simili, non esce più, sarà dipendente da qualcuno che lo aiuti dall'esterno o morirà di fame.

Questo è quello cui vogliono portare l'Italia: essere un paese di serie B governato da isterici, che soccombe all'arretratezza che si è cercato?

Grazie dello spazio concessomi.

La risposta del mortifero è stata di tale gretta arroganza, che non la riporto: in sostanza mi accusava di superficialità e banalità contro le sue dimostrazioni di grande sensibilità umanitaria.
A quel punto mi usciva il fumo dal naso e ho risposto.

Seconda Lettera

Caro Carlino,

mi chiedo se chi si può permettere di acquistare una pagina di giornale per esprimere le proprie opinioni, abbia il diritto di poter umiliare chi non le condivide.
Ho riflettuto a lungo prima di scrivere la mia precedente lettera e non arretro sulle mie opinioni che sono realistiche e ragionevoli quanto quelle del sig. Barbieri.
Se un pizzico di ardore giovanile mi ha fatto eccedere in ironia o sarcasmo, me ne scuso, ma credo che alla sua venerabile età non abbia comunque il diritto di giudicare le mie opinioni come banali, sciocche e di basso profilo.

Chiaramente il Barbieri è in buona fede, cerca di diffondere le informazioni in suo possesso, ma non può negare di avere seguaci (i medici democratici, ad es.) e di riportare in modo apocalittico dei fatti, che andrebbero approfonditi piuttosto che branditi da una pura logica NIMBY (not in my backyard, non nel mio cortile).

Scoprendo le carte, io ritengo che il nostro Paese abbia bisogno di buone politiche di trasporto pubblico, di una buona gestione dei rifiuti per non ridursi ai livelli campani, di 50 centrali nucleari, affiancate da un 20% di rinnovabile, e di un po' di fiducia nel futuro.
Ricordo che la Francia ha raggiunto gli obiettivi di Kyoto proprio puntando sul nucleare e sul trasporto pubblico, urbano ed extraurbano (treni, tram, metropolitane sono mezzi fra i più ecologici).

Ricordo che il nostro Paese non ha i deserti dell'America, per cui le discariche di rifiuti sono assai fastidiose; inoltre fresco di un viaggio a Copenhagen, dove tutti vanno in bicicletta e in autobus, ma dove svetta anche un bell'impianto d'incenerimento in periferia, mi chiedo perché noi dobbiamo sempre diffidare di ciò che è moderno, che in generale ci facilita la vita (mi aspetto l'obiezione che nella capitale danese c'e' il mare e il vento di porto).

Io sono affranto nel pensare a chi deve sopportare delle sofferenze e delle malattie, ma nei bei tempi andati non erano tutte rose e fiori.
I nostri bisnonni persero cugini in guerra, figli di parto o di malattie infantili, hanno subito il tifo o la poliomielite: questo era la civiltà pre-industriale!
Il progresso, che i novelli oscurantisti demonizzano, ha fornito tecnologie, che grazie alla disponibilità di energia, hanno permesso di allungare la vita di tutti. Ha permesso l'emancipazione sociale, per la quale abbiamo giovani che possono studiare e acquisire le capacità di migliorare la nostra esistenza (medici, fisici, chimici, ingegneri).

Chiaramente l'identificare un rapporto causa-effetto per quanto concerne gli impianti industriali e le malattie neoplastiche, ha forte presa sulla popolazione. Cosa si propone come soluzione?

Alzi la mano chi è disposto a rinunciare agli elettrodomestici, alle comunicazioni di massa e personali, a prendere l'auto per raggiungere il super-mercato e acquistare merce proveniente da tutto il mondo. Chi vuole rinunciare al lavoro d'ufficio per andare a spalare escrementi di maiale?

Che idea di progresso ci offrite, se non lasciate spazio al nuovo che avanza?
Immagino che il Sig. Barbieri leggendo cose a lui indigeste e incomprensibili, non riconoscerà la concretezza dei miei argomenti.
Io ho quasi sempre letto i suoi interventi e, in virtù di interessi personali vasti e di conoscenze scientifiche che mi permettono di comprendere i problemi o discuterne con colleghi più esperti, penso di avere il diritto di esprimere il mio parere.

Credo che a volte si scateni l'isteria collettiva perché qualcuno fraintende o strumentalizza informazioni che, sebbene rigorose, necessiterebbero di un'approfondita discussione: per questo voglio fornire un contributo da scienziato progressista, che pur non occupandosi delle specifiche questioni, non accetta un futuro "francescano", per non aver dubitato delle ragioni degli "urlatori". Vorrei un futuro prospero e agiato: se si mina l'economia si minano le basi per la solidarietà, le cure e la qualità della vita: altro che "la salute viene prima dell'economia", la salute se ne va di certo senza ricchezza!
Ho coscienza delle istanze ecologiste e, nel mio realismo, sono forse più ecologico di Barbieri. Non penso di infischiarmene, ma non vorrei assistere alla decadenza e all'imbarbarimento.

Infine ribadisco che il principio di precauzione (P&P) è una sciocchezza immane: non si sarà mai sicuri al 100% di tutto e non si può restare bloccati solo per superstizione.

Nel mio stile voglio concludere con un esempio: il sommo logico boemo di lingua tedesca, Kurt Gödel, al termine della sua vita, era ossessionato dal terrore di essere avvelenato, quindi, quando morì la moglie, non si nutrì più fino a morire di denutrizione, a 30 Kg di peso (e qui si obietterà che anche i malati terminali arrivano purtroppo a quella massa, ma non per loro volontà o per suggestione).

Tanti Auguri e NON Abbiate Paura!

Grazie per lo spazio concessomi.

Purtroppo ho dovuto accorciarla e subire ulteriori tagli, ma è stata pubblicata la scorsa Domenica.

I soliti polemici obietteranno sul nucleare, ma io non vedo altre soluzioni. Sappiate che le fonti rinnovabili non coprono i nostri bisogni, per quantità e qualità (sono soggette a variazioni incontrollabili). Sappiate che se i tedeschi hanno installato mulini e pannelli fotovoltaici è perché li producono (industria dei semiconduttori e meccanica), quindi come dire di no ad una lobby industriale se ti fa fare anche bella figura: tali mezzi ultratecnologici non sono mai molto efficienti e sempre costosissimi.

Se pensate al Brasile con le sue piantagioni, capite che biomasse o altre fonti dipendenti dal sole sono possibili a chi ha spazio: l'Italia ne ha poco.

Visto ch'è d'attualità: la sicurezza messa in dubbio dall'incidente in Giappone. Innanzitutto occorre capire quale sia il danno effettivo. E poi se pensate a tutto l'olio riversato in mare dalle petroliere, mi chiedo quale sia il danno ecologico più grave. Anche lo iodio di Chernobyl decadeva rapidamente e il disastro è stato una combinazione di varie concause, rare e dolose.

2 commenti:

Paolo ha detto...

Non so quanto sia in periferia la zona industriale di Copenhagen, ma ribadisco che un inceneritore di rifiuti a 2 km dal centro quando poco più in là (che so, a Iolanda di Savoia, - ma non è che lo voglio metter lì, butto solo un nome di zona a bassa densità) c'è aperta campagna. E anche che non è NIMBY dire "più in là", ma semplicemente una questione di buon senso, che non c'entra con la tecnologia sicura o meno.

Per il nucleare sono sempre molto dibattuto: mi fido delle tecnologie nuove, ma non mi piace l'idea che andremo a pagare qualche governo africano per seppellire le nostre scorie da qualche parte...

E comunque la scienza davanti a tutto è un atteggiamento pure sbagliato. Sarà vero che non si può controllare ogni singolo dettaglio di una nuova tecnologia, e qui sono d'accordo col fatto che si impara (purtroppo) anche sbagliando. Però le nuove tecnologie che osanniamo sicuramente possono offrire margini di certezza maggiori. Se non le usiamo finisce come con gli OGM: ne vendiamo un po' da noi, e il resto lo diamo all'Africa sotto forma di aiuti o cibo a basso costo: sai che sperimentazione gratuita? (battuta cattiva, lo so, non si arrabbi nè mi dia dell'ecologista idiota :P) Tornando alle polveri, se qualcosa dà evidenza che le polveri sottili fanno male, possiamo avere il diritto di sapere (per bene, non alla Barbieri) e accertarcene. Se si bada solo all'economia e al fatto che deve girare, chi l'economia la manovra può benissimo insabbiare qualche info in qua e in là, e il cittadino non lo protegge più nessuno. Su larga scala, questo vale per qualsiasi cosa: se una multinazionale petrolifera (e per definizione ricca, inutile negarlo) ritiene che qualcosa sia dannoso alla SUA economia, lo insabbia/affossa. Nel mio piccolo, spero che il petrolio a breve diventi ridicolmente costoso. Allora salteranno fuori come funghi ricerche mai dette su prototipi di un sacco di motori a energie alternative. Non so se accadrà o no. Staremo a vedere poi capiremo chi ha ragione (tanto prima o poi il petro finisce).

Insomma, in generale, se trovo che usare TUTTE le precauzioni sia impossibile e visionario, trovo che usarne POCHE o NESSUNA sia sbagliato, e farlo per "non fermare il progresso della scienza" o perché "è un passo verso una tecnologia o un futuro migliore" sia altrettanto sbagliato. Abbiamo sudato (come razza umana, intendo) per non dover morire a 30 anni, non perderei il vantaggio acquisito per "provarne un'altra di nuova". Sempre il nostro inceneritore: è la perché Ferrara Nord costa poco come terreno industriale, non perché sia il luogo migliore dove metterlo. Dipende dalle priorità che si hanno, insomma, economia? scienza? o che?.

Andrea ha detto...

Per le scorie esistono siti sicurissimi, le miniere di salgemma non intaccate da acqua (in Europa ne abbiamo).

Se si spargono le installazioni a destra e a manca, non si sfruttano le sinergie (calore da incenerimento insieme alla geotermia) e si spostano carichi inutili: lo stesso con il reciclaggio, se mandiamo il vetro a Verona, la carta a Treviso, le lattine ad Alessandria sprechiamo in carburante.

Gli OGM sono un modo piu' furbo di fare quello che si e' sempre fatto: gli incroci fra specie. Del riso resistente ha salvato popolazioni dalla carestia, esistono pioppi sterili ornamentali. Quindi nemmeno la variabilita' e' intaccata. Importante non mettersi a brevettare la vita. Importante e' comunicare che non si fanno OGM solo per coltivare di piu' a meno costo.

Il controsenso e' che nella fase pionieristica si sbagliava molto, sono saltati fuori i cocomeri ambientalisti (verdi fuori e rossi dentro), che disprezzano il profitto e il lavoro intellettuale; ora che si capisce molto di piu' e si rischia meno, ci si sforza di prevedere il piu' possibile, continua una campagna vergognosa di sabotaggio del nuovo.

Dopo essre usciti dall'epoca della superstizione, si continua a demonizzare chi cerca di risolvere i problemi sempre nuovi che si presentano.

Mentre la scienza ha capacita' autoregolatorie, che mettono in luce tutte le possibilita', i cocomeri nascondono quello che non accettano e continuano la loro odiosa propaganda.