14 settembre 2006

La Libertà

Cari amici, comniciamo con una citazione molto frequente sul web, che io non conoscevo finché non la vidi qualche settimana orsono nella rocca di Bertinoro (FC), dove ero andato per un convegno.


Quando un popolo divorato dalla sete di libertà si trova ad aver coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade che i governanti pronti ad esaudir le richieste dei sempre più esigenti sudditi vengano chiamati despoti. Accade che il padre impaurito finisca col trattare i figli come suoi pari e non è più rispettato, che il maestro non osi rimproverare gli scolari e che questi si faccian beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti dei vecchi e per non sembrar troppo severi i vecchi li accontentino. In tale clima di libertà, e in nome della medesima, non v'è più rispetto e riguardo per nessuno. E in mezzo a tanta licenza nasce, si sviluppa, una mala pianta: la tirannia

Platone, La Repubblica

Penso che si potrebbe discutere a lungo del nesso libertà-tirannia, o meglio del lassismo e della possibilità che sorga da esso il sopruso. Mi sembra che certi ideologi anche nostrani e certi Paesi Europei siano in questo stato di confusione mentale. Anche la pedagogia e la psicologia che confondono l'esprimersi con l'essere selvaggi incoscienti si può collocare in questo quadro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La difficoltà è sempre nel trovare il giusto equilibrio nelle cose. Una società in cui il rispetto non è favorito non ha molto futuro, ma neanche una in cui il rispetto è imposto. Se la seconda nasce dalla prima, la prima nasce poi dalla seconda.