31 ottobre 2006

La Filosofia

Ecco la nuova uscita del Papa filosofo, che paragona lo scientismo moderno alla favola di Icaro.
Non sono d'accordo, perché chi poggia sulle spalle dei giganti non può cadere così facilmente.
Siamo alle solite, dopo che il predecessore cominciò ad attaccare la biologia, come mostruosa manipolazione assassina, si ritorna a parlare di temi cari a certi pensatori: la dittatura della tecnica che non risolve i problemi dell'uomo, ma anzi ne peggiora la vita, la disumanizzazione, la complessità creativa del mondo negata da semplficazioni forzose, che non hanno significato... (sempre Enrico Bellone, La scienza negata).
I pensatori antichi volevano capire la Natura, davano un senso cosmico alla Geometria e umano alla sapienza matematica (Euclide fondò la geometria e l'aritmetica e grandi uomini di ogni epoca lo hanno studiato).
I fondatori della Scienza Moderna erano grandi pensatori: Cartesio, Galileo, Leibniz, Pascal, che ancora oggi si leggono sia per il loro contributo metafisico che tecnico.
Lo stesso Kant mi sembra fosse rigorosamente razionalista e scientifico.
Cosa successe allora, perché i pensatori moderni sono diventati così ostili alla scienza?
Il mio parere è che, visto che sono libreschi e amano la nebulosità che ti permette di dire tutto e il contrario di tutto, non si mettono a studiare logiche e rigorose teorie scientifiche, ma si limitano a formulare, con interpretazioni che trasudano ignoranza, giudizi fantasiosi su cose che non conoscono.
Come la volpe che disse che l'uva irraggiungibile era certamente acerba, è facile pensare male di quello che non ci si impegna a capire.
Questo è particolarmente grave in Italia, dove il disprezzo antiscientifico mescolato alla superstizione popolare ha generato un'atteggiamento di diffidenza verso i sapienti scientifici, considerati di serie B rispetto ai sapienti umanistici, considerati nobili e disinteressati, guide spirituali di diritto.
Credo che oltre al piacere personale di chi studia le scienze, gli enormi vantaggi che abbiamo oggi rispetto al passato (il Santo Padre stesso è arrivato ad 80 anni perché vive nel 2006, non nel 1506...), lo scoglio etico dev'essere solamente: faccio del male ad altri uomini? faccio ad altri quello che non vorrei subire?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Personalmente non vedo tutto questo interesse per le scienze umanistiche. Anzi secondo me sono abbastanza bistrattate. Sempre secondo me, tu stai conducendo una battaglia contro coloro che negano l'importanza della scienza pura, come quando mesi fa Luca ti disse che per lui è più importante la scienza applicata. Su questo ti do ragione, l'amore per la scienza pura è in calo notevole e spesso si pensa che si tratti di "pippe"... ma questo non mi sembra voglia dire che la scienza è demonizzata.

Quanto al Papa, di fatto l'uso delle staminali embrionali, la clonazione l'eutanasia, l'eugenetica ecc ecc sollevano enormi problemi etici. E' normale che il custode della morale cattolica parli contro l'eccessivo sperimentalismo e l'accanimento scientifico disattento alle questioni morali. Hasta.