02 marzo 2007

I concorsi

Siccome da qualche giorno il Resto del Carlino (RdC) pubblica scandali universitari e siccome lessi qualche mese or sono (costruzione modellata su il y a quelques mois) un interessante intervento sul Corriere della Sera (CdS) a proposito dei concorsi pubblici, vi propongo la rivoluzione Copernicana.

Siccome i concorsi pubblici sono provati essere spesso falsati da ingerenze, corruzione, inefficacia dei metri di valutazione (è difficile comprendere il valore di una persona da un tema), in modo che trionfa spesso la cooptazione informale, mascherata da impersonale decisione di commissari che non hanno responsabilità nella scelta, si passi dunque alla cooptazione formale: un gruppo di responsabili dell'organizzazione, che necessità di personale, scelga direttamente, su base di propri criteri e in piena responsabilità, le persone desiderate.

Ma poi esista una valutazione dell'organizzazione che stimi le prestazioni della stessa e premi solo quelle più efficaci, con maggiori finanziamenti o punisca le peggiori, riducendo le retribuzioni dei dirigenti responsabili.

Pensate solo che in Italia non esiste una valutazione vincolante della ricerca scientifica, che in altri paesi è il parametro fondamentale per assegnare fondi a un istituto.

Pensate che l'unica valutazione finora fatta dei dirigenti della Pubblica Amministrazione (PA) è risultata in un premio massimo generalizzato: sono tutti eccellenti o i valutanti corrotti?

Per questo parlo di importanza del merito, perché d'abitudine è sempre la prepotenza che vince.

Leggete questo...

Sono un sognatore. Ma non troppo inconcreto.

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