21 luglio 2009

Basta Darwinismo sociale!

Ho letto il libro del ricciolone: Le dieci cose che non saranno più le stesse.

Visto che come gli attori di teatro non so dire altro che cose di riporto, ho deciso di scrivere un post.

Il Darwinismo sociale del titolo è quella strana applicazione di principi evoluzionistici, per cui l'organizzazione della società umana tenderebbe naturalmente a selezionare i più adatti. Questo ha giustificato l'iper-liberismo, l'eugenetica, varie forme di razzismo.

Bisogna premettere che la dizione "la sopravvivenza del più adatto" viene da Herbert Spencer. In effetti il più adatto è definibile come l'individuo che sopravvive. Quindi è una definizione intrinsecamente circolare. Darwin stesso nell'opera sulle origini della specie umana afferma che spesso siano avvantaggiati i disonesti e che la cultura domina quasi sempre sulla natura (nature-nurture è contrapposizione che piace molto ai britannici) : infatti un bambino malato in un paese ricco sopravvive più spesso di uno nelle stesse condizioni (o anche migliori) che viva in uno povero, ad esempio.

Io vedo una cieca giustificazione di principi pseudo-evolutivi nell'orgiastica esaltazione di manager rampanti che hanno fatto trucchi contabili o sofisticate manovre che hanno permesso loro di arricchirsi a dismisura, con bonus folli dati su risultati di breve termine, e scaricato il danno fatto sui contribuenti di ogni paese del mondo.

Come suggerisce un mio collega, molti negli USA hanno creduto di recuperare i debiti contratti per studiare in università prestigiose, conseguendo master in MBA o simili (badate che si parla di 50000 dollari annui), gettandosi nella finanza estrema (le banche d'affari, fallite, avevano decuplicato il personale in 40 anni). Loro hanno incassato, noi paghiamo i loro danni. Dov'è il merito da premiare?

Non è un caso che si ricominci a parlare di "evoluzione del gruppo". Una questione controversa è il fatto che in molte specie, alcuni individui sacrifichino se stessi per il bene del gruppo: non crediate siano solo animali complessi (api, formiche, mammiferi superiori sociali), ma anche batteri pluricellulari creano strutture collettive in cui alcuni individui perdono la possibilità di fare avanzare il proprio genoma per il bene collettivo.

A questo proposito si credeva fosse una "questione di famiglia", muoio io purché qualcuno a me affine si riproduca. Potrebbe però derivare dal fatto che gruppi con troppi egoisti, che approfittano delle risorse comuni senza darvi contributo, abbiano sul lungo termine degli svantaggi. Ad esempio se un microrganismo acquatico vive in membrane auto-sostenute e un egoista cerca di nutrirsi di più, creando un buco nella membrana, questo rischia di mettere a repentaglio tutta la colonia. Si vedano le Scienze.

A me pare evidente come un Paese egoista come il nostro stia pagando lo scarso spirito di gruppo, non sempre ovviamente. A me sembra che la finanza folle dimostri che premiare l'egoismo sia devastante.

Sarà l'etica protestante della grazia ricevuta, ma viviamo a lungo, è meglio pensarci prima di rischiare troppo senza che ognuno si prenda le proprie responabilità.

Soprattutto non cerchiamo giustificazioni pseudo-biologiche, che non possono mai prevalere su cultura ed etica.

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